Incendio Torre dei Mori: chi ha autorizzato i pannelli infiammabili?

I periti in questi giorni avranno accesso alla struttura, sequestrati anche i documenti comunali che davano l’ok definitivo al palazzo

Le fiamme sulla Torre dei Mori

Le fiamme sulla Torre dei Mori

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Milano - Ad un mese dal rogo che ha devastato il palazzo di 18 piani di via Antonini i periti sono ancora la lavoro per cercare di capire con certezza scientifica l’innesco delle fiamme, aldilà delle tante ipotesi fantasiose che sono circolate. Nei prossimi giorni i periti nominati potranno finalmente accedere all’interno della struttura e questo è il primo punto fermo. Quando i tecnici avranno completato il sopralluogo stenderanno la relazione che sarà depositata nel fascicolo aperto dalla procura, per ora, ancora contro ignoti. Poi è quasi scontato che ci saranno iscrizioni per continuare a indagare in maniera più approfondita e anche per tutelare i presunti responsabili.

Intanto, da quanto si è saputo, è stato disposto il reperimento di tutte le autorizzazioni all’utilizzo dei materiali di costruzione che poi hanno preso fuoco. Una parte delle autorizzazioni sono state depositate negli uffici comunali e a quelle si estenderà il sequestro. L’ultimo esperto incaricato dal pm Marina Petruzzella è l’ingegner Arnaldo Bagnato, milanese, specializzato in incendi e crolli, che andrà dunque ad affiancare l’architetto Roberto Maccabruni, al quale già nei giorni scorsi il dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano aveva affidato il compito di ricostruire i diversi passaggi della progettazione e realizzazione del palazzo, in particolare la regolarità rispetto a norme e regolamenti edilizi.

Non potranno, comunque, compiere atti ed esami che non siano ripetibili anche dai consulenti dei futuri indagati. Da un lato, infatti, si tratterà di capire come sia stato possibile che un edificio di costruzione recente (2011) sia di fatto andato a fuoco in pochi minuti. Colpa dei pannelli che rivestivano esternamente il palazzo e che erano "altamente infiammabili", come csi è potuto notare dai filmati impressionanti sull’incendio ripresi dai cellulari dei residenti nella zona. Pannelli che non erano di prezioso "alucobond" come indicato nella brochure, ma di materiale meno nobile (e meno costoso) prodotto da un’azienda spagnola che però, anche sul proprio sito, ne sconsiglia l’uso proprio per i grattacieli. Sull’altro fronte, quello dell’innesco, ormai stabilito (anche con i filmati) che è dal balcone del 15esimo piano che è partito il fumo nero, ed è escluso il cortocircuito dal momento che l’elettricità dell’appartamento era stata staccata dall’inquilino settimane prima, alla partenza per le ferie.

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