Imane Fadil morta di aplasia midollare, inchiesta verso l'archiviazione

Primi riscontri a sei mesi dal decesso, ancora in corso di accertamento le cause esatte

Imane Fadil

Imane Fadil

Milano, 4 settembre 2019 - Imane Fadil, una delle testimoni chiave delle inchieste sul caso Ruby, è morta per una aplasia midollare della quale, comunque, sono ancora in corso di accertamento le cause esatte. È quanto è stato spiegato in Procura a Milano dagli inquirenti che proprio oggi, dopo più di sei mesi dal decesso, hanno dato il nulla osta alla sepoltura.

L'inchiesta, da quanto si è saputo, va verso l'archiviazione perché oltre all'ipotesi di morte per un avvelenamento doloso sono state escluse anche responsabilità mediche. Come è stato spiegato, infatti, nell'inchiesta aperta per omicidio volontario sulla morte di Fadil, deceduta lo scorso 1 marzo all'Humanitas di Rozzano dopo una lunga agonia di oltre un mese, sono stati eseguiti in questi mesi dai medici legali, nominati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, «tutti gli accertamenti possibili». Sono stati anche crioconservati i campioni di tessuti e organi raccolti, nel caso siano necessarie ulteriori analisi, e dunque oggi la Procura ha deciso di firmare il nulla osta per restituire la salma della modella marocchina ai familiari per il funerale. Nel frattempo, la relazione del pool degli esperti, guidato dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, non è stata ancora depositata agli inquirenti, ma è emerso con certezza dalle complesse analisi andate avanti per mesi che la giovane è morta perché il midollo non riusciva più a produrre globuli rossi, ossia per un'aplasia midollare. I medici legali stanno ancora lavorando per capire, se sarà possibile, cosa abbia determinato questa aplasia e gli inquirenti hanno chiesto anche alcune integrazioni su questo punto. Il deposito della relazione è previsto per i prossimi giorni.

Ciò che è certo, come era già emerso nelle scorse settimane, è che Fadil è morta per cause naturali, che non si è trattato di un avvelenamento doloso (inizialmente vennero anche rinvenute tracce di radiazioni nel sangue e nelle urine) e, da quanto è stato spiegato, non risultano nemmeno responsabilità mediche. Dunque, dopo il deposito della relazione finale sugli accertamenti autoptici i pm potrebbero decidere di chiedere l'archiviazione dell'indagine. Un epilogo che non piace però alla famiglia Fadil. «Vogliamo una risposta chiara, vogliamo capire bene come è morta, questa non è una risposta, non è possibile che in poco tempo se ne sia andata via così», ha commentato infatti all'Ansa Tarek, il fratello di Imane. «Con il nulla osta alla sepoltura - ha aggiunto - faremo il nostro funerale, devo parlare ancora con la mia famiglia per capire come e dove, se qua in Italia o in Marocco». I familiari sono assistiti dai legali Mirko Mazzali e Nicola Quatrano.

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