Il volo spettacolare dei rapaci restituiti alla libertà della natura

Trezzo, tre gheppi e due civette sono stati rilasciati dopo le cure del Cras Wwf all’oasi dell’ex Fornace

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di Monica Autunno

In volo liberi dopo le cure, rilascio d’estate per cinque rapaci all’Oasi Wwf dell’ex Fornace dell’Adda a Trezzo. Il primo “decollo” fuori voliera per tre esemplari di gheppio e due magnifiche civette, tutti curati, nelle settimane passate, al Centro di recupero animali selvatici di Vanzago. Cornice del rilascio, un’area simbolo: la seconda oasi del Wwf “Le Foppe e Vimercatese” a Trezzo, quindicimila ettari bonificati un decennio fa dai rifiuti, oggi nuova perla della biodiversità. Decine di amici del Wwf, molti armati di macchina fotografica e binocolo, hanno assistito l’altra sera al breve ma emozionante “cerimoniale” di liberazione delle bestiole, trasferite poco prima dal Cras, e trasportate al centro dell’oasi in scatole forate dal “padrone di casa” Fabio Cologni e dai volontari Enrico Ciocca e Roberto Pirotta. Animali di pochi mesi di vita, "probabilmente caduti dal nido – dice Cologni –. In molti di questi casi, non sarebbe nemmeno necessario trasferirli nei centri di recupero. è sufficiente metterli in sicurezza dai predatori e tenerli tranquilli. Spesso i genitori vengono a recuperarli". Rilascio rapido e senza alcuna “manipolazione”: "Non vanno toccati. Possono spaventarsi sino a morirne". Prima “liberazione” quella dei tre esemplari di gheppio, libratisi nel blu con una spettacolare apertura d’ala. Poi è toccato alle due civette.

Circa 5mila i rilasci dal Cras vanzaghese quest’anno, molti eseguiti nelle oasi Wwf sull’Adda e in Martesana. A margine del volo la possibilità di una visita, e qualche parola sul sito, “giovane” e prezioso, gestito dall’associazione ambientalista dal 2014, curato e protetto senza risparmio di energie. Nel “pratone” del rilascio tutto racconta del gran caldo e della siccità di questi mesi, l’unico, enorme stagno è completamente secco: "La natura soffre qui come ovunque. Abbiamo perso un giro di nidificazioni dell’avifauna acquatica autoctona. Come volontari abbiamo cercato di salvare il salvabile, e portato acqua di continuo per innaffiare almeno una parte delle piante".

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