
Nel Medioevo il divieto dell'interesse ostacolava lo sviluppo bancario. L'evoluzione ha superato questa prassi, ma leggi fasciste persistono in Italia.
Riccardi
Nel Medioevo un ostacolo gravissimo si opponeva allo sviluppo del credito e delle istituzioni bancarie. Era la condanna dell’interesse che, considerato immorale, la religione dannava come peccato e la legge puniva come delitto. Perché, secondo la teoria di Aristotele, il tempo è di Dio (allora pagano, poi cristiano) e non si può vendere. Si opposero italiani ed ebrei che ebbero conseguenze gravi. Non solo non ricevevano la restituzione del mutuo, ma finivano nelle segrete dei castelli di signori spendaccioni ed inadempienti. L’evoluzione e il progresso che tutto stavano modificando, anche per adeguarsi alle amplificazioni dei mercati, fecero sì che, se la memoria non mi tradisce, l’Inghilterra fu l’apripista che, nell’800, eliminò questa anacronistica prassi legislativa. Alla quale si adeguò il codice canonico. Ci siamo soffermati sul tempo perché, soprattutto in Italia, si dimentica che in 100 anni non è cambiato un tipo di mondo, ne sono cambiati tanti. Certo scrittore inglese, T.Tusser, affermò "quale maggior delitto delle perdite del tempo?". Orbene, oggi l’aggettivo fascista ha un significato talmente dispregiativo, passibile di querela. Draghi, nel suo ultimo rapporto parla, tra le altre, di produttività. Palla al piede per un’economia, comunque effervescente, quale quella italiana. Ma se il fascismo è morto e sepolto, appartiene ad anni luce ormai lontani, perché allora i nostri due principali codici, sia pure in qualche parte aggiornati, risalgono al 1942? Per non parlare di molte leggi in vigore emanate prima della marcia su Roma. In altre parole siamo tutti antifascisti, lo dobbiamo ricordare nelle nostre preghiere serali, ma siamo regolati da leggi (Costituzione esclusa) fasciste. Non è un fenomeno politico, è un delitto (consultare la Costituzione). Quello di aver fermato il tempo che invece corre e cambia tutto. Tranne la longevità burocratica imperante.