Il Memoriale e l’architettura responsabile

Francesco Felice

Buonfantino*

Le stazioni ferroviarie sono spazi frenetici di ritrovi e saluti, nessuno pensa a essi come “luoghi della memoria”. Eppure la storia ci ricorda che da questi binari, tra il ’43 e il ’45, sono partite migliaia di persone dirette ai campi di sterminio o di concentramento. Ecco perché all’interno della stazione centrale di Milano, all’altezza del binario 21, è possibile visitare il “Memoriale della Shoah” un progetto realizzato dagli architetti Guido Morpurgo e Annalisa de Curtis. Non si tratta di un museo, ma di un laboratorio della Memoria. Nessuna stazione più di quella di Milano avrebbe potuto soddisfare queste aspettative, perché è l’unica in Europa ancora integra, non soggetta a distruzioni, modifiche e cambiamenti, quindi un luogo della Memoria a tutti gli effetti. Il progetto è un gioco tra diverse forme geometriche: quadrati, cerchi e triangoli sparsi su 7mila mq, due piani, 5 campate di 100 mt di lunghezza. La struttura comprende sia un Memoriale, quindi il racconto delle deportazioni, sia un laboratorio dedicato al dialogo e alla ricerca. Il Memoriale ha integrato uno spazio che già ospita la biblioteca, l’auditorium e le aule didattiche. All’ingresso il Muro dell’Indifferenza, un osservatorio e la Sala delle Testimonianze: sei cubi di metallo illustrano attraverso video storie e racconti dei sopravvissuti. L’area delle deportazioni è la sede di un convoglio per far comprendere il modo animalesco con cui venivano deportati gli ebrei, del Muro dei nomi e di uno spazio in cui riflettere. "Abbiamo affrontato il problema della dimenticanza. Questo avrebbe potuto essere un luogo di rimozione. Noi abbiamo immaginato un sistema di architetture che riuscisse a narrare una storia – spiega l’architetto Morpurgo - Il progetto ha cercato di interrogare il luogo, una sorta di scavo archeologico in un grande spazio pieno di presenza per cercare di trovare e legare le varie parti della struttura e della narrazione. Si riafferma mediate l’architettura un principio di responsabilità". * Gnosis Progetti

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