"Il lavoro di frontiera va premiato. No ai progettifici"

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"Dimostriamo il grande lavoro che viene fatto nelle periferie, serve una contro-narrazione": a lanciare l’invito, dal Teatro del Buratto, è Milena Piscozzo, preside dell’istituto Riccardo Massa è membro dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e coordinatrice del gruppo periferie. "Gli ambienti di apprendimento sono fondamentali, soprattutto qui – sottolinea –. Con la pandemia abbiamo rischiato di perdere molti studenti, soprattutto stranieri. La fascia della scuola media è la più delicata. Dobbiamo riannodare i legami con le famiglie e con i quartieri". Anche per evitare la fuga delle famiglie italiane verso il centro e la segregazione scolastica. C’è il Manifesto delle scuole di periferia, sta nascendo una rete. "Spesso le scuole di periferia sono le più effervescenti – ricorda Piscozzo –, hanno metodi innovativi, personale più motivato perché si attiva per rispondere a esigenze diverse. Sono internazionali. Perché per l’università avere studenti stranieri è un segnale di eccellenza e lo stesso non vale per il primo ciclo? Questa ricchezza deve venire a galla". Ci sono però degli ostacoli da rimuovere: "Mancano incentivi, non necessariamente economici. Anche gli insegnanti tendono a spostarsi verso il centro. E il personale precario impatta, anche le segreterie sono sgualcite. Le scuole non devono essere ’progettifici’, bisogna mettere a sistema le risorse". Si.Ba.

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