Il gip: "Operazione per drenare soldi pubblici"

Per gli inquirenti la compravendita immobiliare è priva di una reale giustificazione economica: "Solo un modo per distrarre denaro"

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MILANO

I tre commercialisti della Lega coinvolti nell’inchiesta relativa alla vicenda di "Lombardia Film commission" e nella compravendita a prezzi gonfiati di un immobile a Cormano, Arturo Maria Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, insieme a Fabio Giuseppe Barbarossa, cognato di Scilieri, "se lasciati in libertà potrebbero colpire ancora" o "inquinare le prove". "Pericolo di reiterazione del reato", spiega il gip Giulio Fanales nell’ordinanza che dispone per loro, da giovedì, la custodia cautelare ai domiciliari. A tutti e quattro gli arrestati sono stati contestati a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Nelle intercettazioni contenute nelle carte dell’inchiesta emergono anche le parole dei commercialisti che mettono in luce gli accordi per portare a termine l’affare, ma soprattutto i malumori dovuti al timore di un "ridimensionamento della somma finale fra loro spartibile" nella compravendita dell’ormai famoso capannone di Cormano a prezzo gonfiato. "Ne faremo altre mille di queste operazioni la prossima volta andrà meglio, invece di 50 prendiamo 70". Chi parla è il commercialista Scillieri, in un’intercettazione messa agli atti. Nell’ordinanza del gip si legge che "Di Rubba e Scillieri a proposito della conclusione infelice dell’affare relativo al complesso immobiliare concordano circa la necessità di superare il malcontento serpeggiante tra i sodali in conseguenza dei guadagni rivelatisi minori rispetto al previsto". Questo fa dire al Gip che l’intera operazione dell’acquisto della sede di Lombardia Film commissione avrebbe avuto fin dall’inizio una "natura sostanzialmente appropriativa, per intascare gli 800mila euro stanziati dalla Regione Lombardia, da parte dell’allora presidente Di Rubba (carica che ha rivestito fino al 2018 ed alla quale era stata designato dalla Regione Lombardia su indicazione della Lega, ndr) e dai suoi sodali". Il gip poi spiega:

"Tutta l’operazione immobiliare risulterebbe priva di una reale giustificazione economica perché sarebbe stato solo lo schermo giuridico dietro il quale occultare l’unico intendimento perseguito, ossia la distrazione del fondo erogato dall’Ente pubblico a favore dell’allora presidente Di Rubba e dei suoi complici". Un affare, l’acquisto del capannone che, sempre secondo la procura: "aveva anche l’obiettivo di sottrarre l’immobile alle legittime e consistenti pretese creditorie avanzate dall’Erario dello stato sui beni della società Paloschi srl", aggiunge il giudice. La società Paloschi, infatti, si trovava in pessime condizioni finanziarie quando cedette il capannone di Cormano all’Andromeda srl amministrata da Luca Sostegni, il prestanome di Scillieri arrestato a metà luglio mentre tentava di estorcere 30mila euro agli altri commercialisti Per anni Sostegni avrebbe fatto da testa di legno per Scillieri e a volte anche per gli altri commercialisti indagati. Intercettato, infatti, minacciava che avrebbe rivelato gli affari poco chiari che c’erano dietro tante altre operazioni simili messe in campo dai consulenti delle Lega.

Da ieri, c’è un altro indagato poi nell’inchiesta, si tratta dell’imprenditore Francesco Barachetti, accusato di peculato. Ieri l’azienda dell’imprenditore, la Barachetti service, è stata perquisita dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf: avrebbe incassato circa 260mila euro nell’affare sull’immobile per una non precisata "attività di ristrutturazione".

Anna Giorgi

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