Milano, Hadil si diploma con lode al liceo Beccaria e sogna Medicina

La ragazza tunisina: "La scuola ci rende indipendenti e non schiavi delle mode"

Hadil Ouertani, 19 anni appena compiuti, si è diplomata col 100 e lode al liceo classico B

Hadil Ouertani, 19 anni appena compiuti, si è diplomata col 100 e lode al liceo classico B

Cento e lode al liceo classico Beccaria, il coronamento della carriera scolastica di Hadil Ouertani, che riparte dal suo sogno nel cassetto: Medicina. "Sin da piccola mi immaginavo medico-chirurgo, volevo sentirmi utile alla nostra società", racconta, salutando il suo liceo. È sempre stata l’orgoglio della sua famiglia: nata a Milano da papà e mamma tunisini, Hadil ha sempre creduto nel potere della scuola. Si buttava a capofitto nei libri e nello studio in ogni situazione, ha sempre letto tantissimo, adora tutta la musica "senza barriere" e imparare nuove lingue. "La scuola è l’unico mezzo che abbiamo per diventare indipendenti, per non essere schiavi della società e delle mode. Per essere liberi", ricorda con forza.

Doppia cittadinanza italiana e tunisina, crede fortemente nel bagaglio culturale che le ha dato la sua Milano: "Sono cresciuta accanto a persone meravigliose della comunità italiana, araba, cinese, sudamericana. Si impara sempre dagli altri". Prima grande vittoria: il 10 e lode alle medie. Poi l’ingresso al liceo: "Dopo i primi due anni di ambientamento, ci si è messo di mezzo il Covid ostacolando un percorso che ho sempre immaginato idilliaco". Ma non si è mai arresa Hadil. "In quinta finalmente abbiamo potuto vivere la vera scuola, in maniera attiva – racconta – grazie a un progetto di Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) ho capito che quel sogno di bambina è quello che voglio fare nella vita: il medico chirurgo". E la lode conquistata dopo una maturità "quasi normale" è un suggello, lascia una soddisfazione in più insieme all’emozione di essere arrivati al traguardo con i compagni e non da soli. Tema d’attualità, sulla “Costituzione della terra“, poi versione di Seneca e un orale che ha preso spunto da Pier Paolo Pasolini, col “La scomparsa delle lucciole“ per snocciolare il rapporto intellettuale-potere, da Platone a Tacito, fino a George Orwell e Einstein. "Dedico la lode alla mia famiglia, sempre al mio fianco – sorride –, e a mio nonno, che purtroppo è mancato due giorni prima dell’orale". E che sarebbe così fiero di lei.

 

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