Gli effetti del Covid sul cuore presto non avranno più segreti

Seguiranno 80mila soggetti. Multimedica e altri nove. istituti clinici di ricerca

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di Laura Lana

C’è anche MultiMedica nel progetto “CardioCovid Risk”, che coinvolge 10 istituti scientifici di ricerca e cura del territorio nazionale e ha l’obiettivo di studiare le complicanze del virus a carico del cuore e dei vasi sanguigni, nella fase di ricovero e follow up dei pazienti, offrendo quindi la possibilità di raccogliere informazioni utili a comprendere meglio il cosiddetto “long Covid”. C’è poi un altro programma avviato dall’istituto: si tratta del progetto Cv-Prevital, che si configura come il più ampio e innovativo programma di prevenzione primaria cardiovascolare nella popolazione italiana, che punta ad arruolare 80mila soggetti in condizioni “real life”, coinvolgendo 14 Irccs, medici di medicina generale e farmacie, per cercare di combattere la cronicità partendo dai fattori di rischio, prima che si sviluppi la patologia.

A regalare uno strumento strategico saranno i big data, good data, smart data nella ricerca e nella pratica cardiovascolare. "Stiamo andando sempre più verso una medicina predittiva e di precisione, in cui conoscere a fondo la singola persona potrà consentire di valutare i suoi fattori di rischio e offrire una terapia il più possibile su misura – ha spiegato il professor Gian Franco Gensini (nella foto), direttore scientifico dell’Irccs MultiMedica e membro del consiglio direttivo della Rete cardiologica Irccs –. Qui i big data possono giocare un ruolo importante ma, per creare valore, le informazioni devono essere di qualità, raccolte in modo armonico e integrato, in una logica di interoperabilità. Solo così si potranno avere concreti vantaggi per la ricerca, per i pazienti e per il sistema sanitario nazionale".

Un patrimonio informativo immenso che, se ben sfruttato, potrà portare innumerevoli vantaggi nei percorsi diagnostico-terapeutici, nella ricerca scientifica e nella programmazione sanitaria. "Gli sviluppi più interessanti verranno dall’integrazione di dati provenienti da diverse fonti, ad esempio clinici e amministrativi, che ci permetterà di effettuare osservazioni più profonde, più estese, più granulari e contemporaneamente meno onerose", annuncia Lorenzo G. Mantovani, direttore dell’unità di value-based healthcare dell’Irccs MultiMedica. Il governo ha stanziato il triplo degli investimenti della Germania e il doppio della Francia per colmare il gap dell’informatizzazione della medicina: il progetto Health Big Data con 55 milioni di fondi coinvolge i 51 Irccs italiani in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Istituto nazionale di fisica nucleare per costruire una piattaforma federata.

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