EMILIO
Cronaca

“Giboll” dal meneghino all’italiano

Emilio

Magni

Era proprio arrabbiato, scuro in volto, il Carletto quanto è giunto al "canton di ball", all’angolo della piazza principale dove amano radunarsi gli anziani a "contarla su". Quindi è stata subito stuzzicata la curiosità degli amici: "Ue se t’è succedù, Carletu, per ves isncì rabià?". Carletto ha subito abbattuto la "suspance": "M’han gibulà la machina, vardì là". Ed ha indicato la sua automobile parcheggiata dall’altra parte della piazza con un evidente danneggiamento, subito notato dalla congrega degli amici. Uno di questi ha commentato: "L’è propri un bèll giboll". Opinione che ha contribuito ad alzare l’arrabbiatura del Carletto. Questo termine "giboll", che l’amico avrebbe benissimo potuto evitare di definire "bello", è termine del dialetto milanese che significa ammaccatura, come spiega anche il dizionario del dialetto milanese di Francesco Cherubini. La parola usata dal Carletto quindi non era del tutto appropriata infatti il danno subito dalla sua auto era molto più grave di una semplice ammaccatura, come hanno potuto notare anche gli amici. Comunque questo "giboll" è termine molto interessante perché è proprio caratteristico del dialetto milanese. Infatti sembrerebbe che corrisponda al presunto italiano "gibollo". Invece la lingua italiana non annovera "gibollo" tra le sue infinite parole. Quindi "gibollo" non è italiano. Non c’è in nessuno dei dizionari della lingua italiana. Come il Devoto-Oli, il Gabrielli, lo Zanichelli e altri. Solo il De Marchi porta "gibollare" spiegando che significa "fare un’ammaccatura" e che viene dal francese "giboulée" che vuol dire "grandinata". Per gli esperti invece "giboll" viene direttamente dal latino "gibullus". È uno di quei vocaboli dialettali discesi direttamente dal latino. Parlando invece del "gibollo" si può dire che è parola del dialetto che è stata italianizzata. "Giboll" è piaciuto anche ad alcuni poeti. Il Porta dice : "M’han vorsuu gibollà", per dire che gli è stato creato "un danno morale, come se gli avessero fatto un’intima ammaccatura".

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