"Freelance in squadra Ci serve flessibilità"

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"La scelta di servirci di freelance non è tanto dettata da un risparmio dei costi, perché nel nostro caso hanno una retribuzione più elevata rispetto a quella dei dipendenti, ma piuttosto dall’esigenza di flessibilità per alcune mansioni". Luca Gobbato è il cofondatore e Chief Technology Officer di Wetaxi, l’app chiama taxi che dal 2017 ha guadagnato fette di mercato grazie alla formula della tariffa garantita. La piattaforma conta attualmente su un organico di 13 dipendenti e 2 freelance, che lavorano nella "squadra tech". Una realtà che applica lo smart working totale, cinque giorni su cinque. "Sono persone che lavorano su incarichi di ampio respiro e non per un breve periodo – spiega Gobbato – e per questo la sfida è riuscire a renderli parte attiva delle strategie e del percorso dell’azienda, come dipendenti che hanno però un inquadramento diverso". Gobbato traccia una linea di demarcazione tra il pre e il post pandemia. "Noi ci siamo sempre serviti di freelance – prosegue – ma in questi ultimi anni si è allargato enormemente il mercato. In tanti, nei settori più in crescita, hanno lasciato le aziende per mettersi in proprio, anche grazie allo sviluppo dello smart working che ha abbattuto alcune barriere. D’altra parte è sempre più difficile trovare figure qualificate con costi accessibili – sottolinea – perché è aumentata la richiesta da parte delle aziende". Aziende che applicano sempre di più un modello misto, con dipendenti assunti e una platea di partite Iva da impiegare nei momenti di picco o per sviluppare nuovi progetti.

A.G.

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