Dalla Procura nuove accuse a Fontana: "Adesso basta: riferisca in Consiglio"

Il M5S e il Pd: "Il governatore faccia un passo indietro". La Lega: "Fango nel giorno in cui per il commissario Figliuolo il piano vaccinale della Regione funziona"

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana

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Milano -  Il Movimento 5 Stelle e il Pd chiedono ad Attilio Fontana di riferire in Consiglio regionale e di fare un passo indietro. Dalla Lega, il partito in cui milita lo stesso Fontana, contrattaccano: fango agitato ad arte nel giorno della visita ai centri vaccinali lombardi del commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, e del capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Questo , in sintesi, l’effetto provocato dalla nota della Procura di Milano con la quale si è appreso dei nuovi reati ipotizzati a carico del governatore nell’ambito di un nuovo filone d’inchiesta che ha preso le mosse dalla vicende dei camici ordinati da Aria, la centrale acquisti della Regione, alla Dama Spa, la società della quale il cognato e la moglie di Fontana detengono le quote.

La commessa ad un certo punto si trasformò in donazione ma la procura già nei mesi scorsi aveva iscritto Fontana nel registro degli indagati con l’accusa di frode in pubbliche forniture. Ora il passo in più. Il presidente della Regione è indagato anche per autoriciclaggio e false dichiarazioni in riferimento alla voluntary disclosure con cui il governatore fece emergere nel 2015 un conto da 5,3 milioni di euro. In particolare la Procura intende far luce sull’origine di quei 5,3 milioni attraverso una rogatoria in Svizzera. Secondo gli inquirenti ci sarebbero flussi di denaro non chiari e mancherebbero alcuni documenti in grado di restituire il quadro delle movimentazioni. Jacopo Pensa, legale del governatore, ieri sera ha spiegato: "La Procura ha deciso di inviare una richiesta di rogatoria in Svizzera in relazione al conto scudato di Fontana che comprende l’eredità di 5,3 milioni avuta dalla madre e regolarizzato dallo stesso governatore con la voluntary disclosure nel 2015. Il comunicato della Procura dà conto della volontà del presidente Fontana di non lasciare ombra alcuna in ordine alla procedura della voluntary".

Da qui le reazioni. "Si tratta dell’ennesimo duro colpo inferto dal centrodestra a trazione leghista all’onore e alla reputazione di questa regione – dichiara Massimo De Rosa, capogruppo lombardo del M5S –. L’orgoglio dei lombardi è ancora una volta umiliato dalle difficoltà di questa Giunta, il cui mandato è scandito da scandali, errori e disagi per la popolazione. Un’alternativa a tutto questo esiste ed è pronta a guidare la Lombardia fuori da questa crisi senza fine. Riteniamo che il governatore Fontana debba intervenire al più presto in Consiglio per chiarire la propria posizione".

Quindi Fabio Pizzul, capogruppo del Pd: "Già un anno fa chiedemmo al Consiglio regionale di sfiduciare un presidente che aveva mentito ai cittadini sulla vicenda dei camici e che aveva soldi in Svizzera e in altri paradisi fiscali, con l’evidente conseguenza di occultarli al fisco italiano. Per noi ce n’era a sufficienza già allora per dire che Fontana avrebbe dovuto lasciare la presidenza della Regione ma oggi la ragione più forte è l’incapacità a vaccinare i lombardi". Di tutt’altro avviso Fabrizio Cecchetti, coordinatore lombardo della Lega: "Nel giorno in cui prima il capo della Protezione Civile, Curcio, poi il responsabile nazionale della campagna vaccinale, il generale Figliuolo, certificano che la Regione Lombardia hanno lavorato bene e che il piano vaccinale lombardo funziona con numeri, parametri e procedure perfettamente in linea con il modello nazionale, ecco che casualmente arriva l’ennesima schizzata di fango giudiziario nei confronti di una persona onesta come Attilio Fontana".

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