Milano, focolaio Covid alla Polizia locale: 12 contagiati dopo la festa

La cena per celebrare la pensione di un collega ha fatto diffondere il virus. I vigili urbani positivi sono del centro storico: sanificate due sedi del Corpo

Doccia fredda per la Polizia locale con dodici agenti contagiati dopo una festa

Doccia fredda per la Polizia locale con dodici agenti contagiati dopo una festa

Milano - La cena per festeggiare un collega appena andato in pensione. Poi i primi sintomi e i tamponi a confermare i sospetti. Un focolaio di Covid si è sviluppato negli ultimi giorni tra i ghisa del Comando Decentrato 1: i contagiati sono 12, di cui 10 in servizio nella sede di piazza Beccaria e 2 in quella di piazza XXV Aprile. Gli agenti sarebbero tutti vaccinati e avrebbero tutti partecipato alla rimpatriata, con diverse decine di invitati, organizzata per salutare l’amico: sono già in isolamento e nessuno di loro ha sviluppato la patologia in maniera grave. I locali da loro frequentati e i veicoli di servizio sono stati immediatamente sottoposti a sanificazione, come prevedono le regole per il contenimento del Covid in vigore ormai da più di un anno e mezzo.

Il cluster , sul quale il Comune sta effettuando approfondimenti, sta generando molta preoccupazione tra gli agenti di polizia locale (ci sarebbero almeno altri quattro casi tra Annonaria e Comandi 6 e 9) e ha spinto il sindacato Sulpm a inviare ieri una nota al comandante Marco Ciacci per chiedere una mappatura più puntuale all’interno del Corpo (gli immunizzati sono circa il 90% del totale, secondo alcune stime), così da intercettare il prima possibile eventuali nuove infezioni. Va aggiunto che i ghisa sono stati tra i primi a essere vaccinati (insieme alle forze di polizia); di conseguenza, tra le ipotesi c’è anche quella che il focolaio si sia sviluppato tra persone che hanno ricevuto la seconda dose in primavera (dal primo dicembre saranno aperte le prenotazioni in Lombardia proprio per i cittadini di età compresa tra 40 e 60 anni che hanno completato il primo ciclo almeno sei mesi fa) e quindi con un livello di protezione inevitabilmente più basso rispetto a chi si è vaccinato dopo.

«L’aumento dei contagi – fa notare al Comando il segretario del Sulpm Daniele Vincini – fa emergere quanto già richiesto in precedenza nei tavoli sindacali da questa organizzazione sindacale, cioè la necessità di sottoporre tutti gli operatori di polizia locale a uno screening costante e continuo". E ancora: "Il green pass – il timore di Vincini – sta producendo l’effetto contrario rispetto a quello voluto dal legislatore, ovvero trasmettere un senso di sicurezza tra i vaccinati, che può provocare un effetto boomerang dato dall’errata convinzione di essere immuni al virus, anziché essere veramente un elemento di garanzia e di sicurezza". Ma ecco le richieste. La prima: avviare la sanificazione di locali e auto subito dopo la positività al tampone antigenico, senza attendere l’esito del molecolare. La seconda: "Dare corso urgente e immediato a uno screening degli appartenenti al Corpo, vaccinati e non, mantenendolo costante e continuo". Proprio un anno fa, i vigili avevano dovuto fare i conti con la seconda ondata, che li aveva colpiti in maniera molto più consistente rispetto alla prima. Secondo i dati emersi in quei giorni di inizio novembre 2020 durante una videoriunione tra Comando e delegati sindacali, erano all’epoca 33 gli agenti risultati positivi al Covid, di cui la maggior parte in buone condizioni. Dodici mesi dopo, il nuovo campanello d’allarme.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro