Festa scudetto Inter: "Più rischi con piazza Duomo chiusa". Ma è scontro Sala-Salvini

Assembramenti per l’Inter, il prefetto: "Abbiamo evitato incidenti"

Festa scudetto dell'Inter in piazza Duomo

Festa scudetto dell'Inter in piazza Duomo

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La polemica non si placa . Ed è destinata a prolungarsi per giorni, se è vero che già sabato gli ultrà hanno convocato i tifosi a San Siro per un altro prevedibile maxi assembramento in attesa del pullman dei neocampioni d’Italia interisti, impegnati contro la Sampdoria alle 18. Partiamo dalle parole del prefetto Renato Saccone, che ha motivato la scelta di non blindare preventivamente il centro per evitare quello poi si è verificato, un raduno di 30mila persone con zero distanziamento e poche mascherine: "Quando il popolo dei tifosi, in modo assolutamente spontaneo e non organizzato, scende in strada per festeggiare lo scudetto atteso da anni, bisogna necessariamente coniugare le ragioni della prevenzione del contagio con la gestione dell’ordine pubblico e con la tutela dell’incolumità delle persone". Di conseguenza, "abbiamo valutato che chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancor più densi e rischiosi assembramenti, sotto ogni profilo. Di fronte a 30mila tifosi esultanti – circa 10mila nel picco in piazza Duomo – non si usano idranti, né ha senso transennare una città. Si opera per evitare incidenti di qualsiasi natura – che non ci sono stati – per ridurre nei tempi le manifestazioni di festa – con il rispetto del coprifuoco – per salvaguardare le tante attività commerciali e della ristorazione e il diffuso passaggio domenicale di un pomeriggio primaverile in zona gialla, così come è stato".

Sulla stessa linea la Questura: "I servizi di ordine e sicurezza pubblica si sono sviluppati cercando di scongiurare la concentrazione di un’unica massa di persone in un’unica area critica e cercando altresì di evitare azioni di contrasto delle forze dell’ordine verso la folla che festeggiava comunque pacificamente". Non ci sono stati "momenti di conflittualità o tensione", a parte il lancio di bottiglie contro la polizia poco prima delle 22 da parte di una decina di ventenni identificati dalla Digos. Gli obiettivi prioritari, in un’ottica di "mitigazione del danno": preservare "alcuni spazi iconici e simbolici", vale a dire Duomo, Galleria e Castello, e scongiurare improvvisate alleanze tra fan nerazzurri e gente intenzionata solo a sfasciare.

Il sindaco Giuseppe Sala ha fatto suo l’intervento di Saccone, postandolo sui social, e ha aggiunto una chiosa per il leader della Lega Matteo Salvini, che poco prima aveva twittato: "Sala non poteva far entrare 20.000 tifosi in uno stadio che ne contiene 80.000, invece di tacere e scappare? Milano ha ancora un sindaco?". Ecco la replica del primo cittadino: "L’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, chiede: “Sala non poteva far entrare 20.000 tifosi in uno stadio che ne contiene 80.000?”. La risposta è no. Innanzitutto perché gli stadi sono chiusi. E poi, come entrano ed escono 20.000 tifosi senza assembrarsi?", la frase con l’hashtag #ministropercaso . La polemica sui festeggiamenti in piazza ha animato anche la seduta del Consiglio comunale. Opposizione all’attacco. Il capogruppo forzista Fabrizio De Pasquale ha invocato "il commissariamento del Comune sulle materie di sicurezza"; l’azzurro Alessandro De Chirico e il commissario milanese della Lega Stefano Bolognini hanno chiesto "le dimissioni dell’assessore con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo", che in una nota firmata con il capogruppo del Pd Filippo Barberis ha fatto notare che "tre esponenti della Lega – il viceministro Alessandro Morelli e i consiglieri Silvia Sardone e Massimiliano Bastoni – erano in piazza Duomo a festeggiare".

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