Ferie e lavoro agile: fuga dalla città

Molti milanesi hanno scelto le vacanze lunghe nella seconda casa: "Si può lavorare anche altrove e la produttività non ne risente"

UNA COSTELLAZIONE di elementi ha favorito in questo periodo la fuga dei milanesi verso le seconde case. Bar, negozi e altre attività sotto la Madonnina confermano che molti residenti in questo periodo sono altrove. A favorire la voglia di vacanza di molte famiglie è stato anzitutto il lungo ponte scolastico, scattato il 23 dicembre, che proseguirà almeno fino al 10 gennaio. Anche la paura per il mastodontico aumento dei contagi sotto la Madonnina ha incentivato l’allontanamento come la possibilità di muoversi liberamente, a differenza dell’anno scorso quando la Lombardia era nella morsa delle zone arancioni e rosse. I patiti della montagna si sono riversati in massa nelle più note località, per vivere la stagione sciistica che un anno fa, invece, non era mai partita causa pandemia e decreti. Nelle seconde case si va spessissimo anche per lavorare: basta un computer e una buona connessione. Dopo la pandemia lo smart working non è più tabù in nessuna azienda. Fra le tappe più gettonate c’è Bormio, intasata di forestieri provenienti da Milano e dalla Brianza. Altri milanesi preferiscono ritemprarsi in località più remote in mezzo alla Maremma toscana. Altri proseguono l’esperienza di south working conciliando lavoro e famiglia. E c’è chi si ritempra in una casa sul mare.

Annamaria Lazzari

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