Edilizia sociale Sala ascolti le nostre proposte

Alessandro

Maggioni*

II sindaco di Milano Beppe Sala, celebrando i 10 miliardi di investimenti immobiliari arrivati su Milano “in periferia e non in centro”, ha detto che “l’auspicio che vadano verso abitazioni a prezzi più bassi, vero tallone d’Achille di questa città”. Senza spirito polemico, ma al contrario con stile collaborativo, ci sentiamo di dire che per trasformare l’auspicio in fatto serve una visione dotata di pragmatismo sociale. Il tema casa, come da noi sempre ricordato, è il principale fattore di generazione delle disuguaglianze nelle metropoli contemporanee di cui Milano, a livello italiano, è scintillante avanguardia. Per temperare tale furia serve un indirizzo politico che guardi al lungo periodo.Quanto si vede in alcuni passaggi connessi a scelte dell’amministrazione comunale non ci pare vada in tale direzione. Se è vero che il costo massimo delle case in edilizia sociale in vendita non può più reggere i 2.200 euromq - in primis per l’esplosione dei costi di costruzione - sarebbe colpevole da parte del pubblico aderire a un incremento di tale costo senza limiti. Il canone massimo d’affitto dell’edilizia sociale non dovrebbe superare il valore di 100 euromq annuo. Ciò significa che un bilocale nuovo di 65 mq costerebbe - al massimo - circa 540 euromese. Oltre non si possono definire “sociali” tali canoni. Come segnalato in ogni sede sin dal dibattito sul Pgt ribadiamo che la scelta di suddividere la quota di Ers in 50% vendita agevolata e 50% affitto agevolato non regge la prova dei conti reali. La rendita - fondiaria e immobiliare – è l’insidia più forte rispetto a questi temi. Il Comune deve porre attenzione al tema poiché, se è vero che ha armi spuntate per contrastarla, dovrebbe vigilare affinché non diventi inconsapevole alimentatore della sua crescita.

*Presidente Ccl

e Confcooperative Habitat

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