Dopo l’indagine "Beretta cambia appalto"

"L’indagine della Guardia di Finanza ha prodotto un primo risultato: la Beretta cambia l’appalto interno di fornitura di manodopera a discapito delle lavoratrici". Ieri, l’affondo dello Slai Cobas ai cancelli del colosso dei salumi, a Trezzo, dove il gruppo nato a Barzanò, nel Lecchese, ha il proprio quartiere generale. Le dipendenti hanno protestato "contro condizioni contrattuali peggiorative". La proprietà, che ha spiegato "di avere sempre operato correttamente" e assicura "massima collaborazione agli inquirenti", è sotto inchiesta per frode fiscale, secondo l’accusa dal 2015 avrebbe fatto ricorso a prestazioni "volanti", esternalizzate a cooperative che non pagavano contributi e altre imposte finendo per aggirare l’erario e non versare l’Iva. E ora Beretta avrebbe deciso di selezionare un altro fornitore, "in pratica la direzione cerca il colpo di spugna utilizzando il più classico dei metodi, il cambio appalto, finalizzato a rinnovare l’immagine senza migliorare nulla sotto il profilo della precarietà - spiega il sindacalista Sergio Caprini - È un’impresa dove le donne svolgono un lavoro difficile, ripetitivo, a ritmi veloci, al freddo e adesso sarà ancora peggio". Da tempo Slai Cobas è al fianco di una trentina di operaie nello stabilimento trezzese, che governa un impero con 1.350 dipendenti, 750 milioni di fatturato che opera su 20 mercati con tre fabbriche anche negli Stati Uniti e una in Cina. Il sequestro di 4 milioni di euro da parte delle fiamme gialle di Lecco "richiama in causa la nostra battaglia", sottolinea il sindacato. Bar.Cal.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro