Milano, 23 maggio 2018 - La corte d'Appello di Milano ha sostanzialmente dimezzato la condanna all'ex assessore regionale Domenico Zambetti, tra gli imputati al processo sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia e in particolare accusato di voto di scambio.
La corte gli ha infatti inflitto sette anni e sei mesi di reclusione contro i tredici anni e sei mesi decisi in primo grado.Confermata invece la condanna a risarcire 500mila euro alla Regione, 200mila al Comune di Milano e 350mila all'istituto case popolari Aler. I giudici avevano riconosciuto a carico del politico anche l'aggravante del concorso esterno in associazione mafiosa. La corte d'Appello ha inoltre ridotto a 8 anni la pena di Ciro Simonte, a 6 anni quella di Ambrogio Crespi - fratello dell'ex sondaggista di Berlusconi. - e condannato a 4 anni e 4 mesi Eugenio Costantino, in continuazione con una precedente condanna, per un totale di 15 anni e 5 mesi. Il sostituto pg Galileo Proietto aveva chiesto la conferma della condanna per Zambetti. L'accusa aveva chiesto anche di confermare le pene per Ciro Simonte, condannato a 11 anni per la presunta contiguità alle cosche, e per Ambrogio Crespi, condannato a 12 anni in primo grado perché avrebbe aiutato a raccogliere i voti 'comprati' . Chiesti invece 4 anni e 4 mesi, in continuità con una precedente condanna, per Eugenio Costantino, ritenuto vicino al clan Grillo-Mancuso, che in primo grado era stato condannato a 16 anni e mezzo
"Sono una vittima e non un carnefice - ha commetato Zambetti con gli occhi lucidi - speravo di chiudere oggi questa vicenda. Dovevo essere assolto perchè non ho fatto nulla. No, non sono contento, farò sicuramente ricorso in Cassazione".
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