
La richiesta della Procura sul tavolo del giudice: reati fiscali e sfruttamento
La Procura di Milano, dopo aver sequestrato oltre 121 milioni di euro ad Amazon Italia Transport srl per il caso con al centro i cosiddetti "serbatoi di manodopera", ha anche inoltrato al gip una richiesta di misura interdittiva del divieto di pubblicizzare, per un anno, propri servizi e beni a carico della stessa società, filiale italiana del colosso statunitense dell’e-commerce. Il giudice Luca Milani nei prossimi giorni dovrà decidere sulla convalida del sequestro preventivo per frode fiscale, disposto d’urgenza dai pm Paolo Storari e Valentina Mondovì, nell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, e dovrà anche fissare un’udienza per la discussione sull’istanza dei pm di interdittiva pubblicitaria. Richiesta che riguarda solo la pubblicità per la società Amazon Italia Transport, non tutto il gruppo. Dalle indagini è emerso che i corrieri, formalmente dipendenti di cooperative o società "filtro", erano controllati nelle consegne, dagli stabilimenti di stoccaggio fino al cliente, attraverso un software-algoritmo creato e usato da Amazon.
Un presunto "sistema" di "somministrazione illecita di manodopera" che, anche per le tariffe che ha potuto praticare sul mercato, sarebbe andato "a tutto vantaggio di Amazon Italia Transport". Già in indagini simili, come quelle che hanno portato a sequestri per decine di milioni di euro a carico di altre grandi aziende della logistica come Gxo e Ups, il pm Storari aveva chiesto anche misure interdittive con stop alla pubblicità. Per il caso Gxo l’udienza per discutere l’istanza è stata fissata dal gip Milani per il 31 ottobre. Per quanto riguarda Ups, invece, il giudice non ha ancora deciso sulla richiesta.