Disastro ferroviario di Pioltello, si comincia: prove nulle

La tesi dei difensori degli indagati per il treno deragliato

La rimozione di un vagone dai binari (Ansa)

La rimozione di un vagone dai binari (Ansa)

Milano, 7 febbraio 2018 -  Quattro  punti nel verbale di conferimento dell’incarico per la consulenza tecnica, quattro osservazioni messe nero su bianco lo scorso 2 febbraio dai difensori di Rete ferroviaria italiana e di Trenord. Il «metodo» con cui si procede agli accertamenti irripetibili sull’incidente ferroviario di Pioltello, sostengono gli avvocati, «limita l’esercizio del contraddittorio con conseguente nullità dell’atto».

Si tratta delle prime schermaglie fra difesa e accusa, registrate quando i rilievi non erano ancora iniziati. La principale contestazione, avanzata prima del via libera alla rimozione del binario “incriminato”, riguarda quindi il metodo. «L’accertamento da compiere in questa sede - fanno mettere a verbale i legali - non potrebbe consentire alla difesa e ai consulenti tecnici di prendere conoscenza dello stato di alcune parti dell’area sequestrata in quanto preventivamente coperte da strutture isolanti che non potrebbero essere rimosse nel corso delle indagini tecniche». Da qui la richiesta di «nullità dell’atto», perché viene limitato «l’esercizio del contraddittorio» fra le parti. Poi, punto due, i difensori hanno chiesto di «completare prima della rimozione del tratto di armamento il rilievo geometrico del binario (...) fino a giungere nelle più immediate vicinanze del giunto rotto» perché «in difetto si avrebbe una modifica irreversibile dello stato dei luoghi». La terza richiesta è quella di «effettuare visite ispettive e misure sui carrelli, le sospensioni primarie e secondarie, gli assili e i freni della terza carrozza». Infine, quarto punto, «si chiede di prendere visione e poter effettuare rilievi fotografici del giunto prima della rimozione che ne determinerà la modifica definitiva». Osservazioni dei difensori (sono indagate otto persone tra vertici e dipendenti di Rfi e Trenord, e le due società in qualità di enti) sul metodo di lavoro degli inquirenti, prima che iniziasse la rimozione del binario.

Fanno intravedere all’orizzonte una battaglia accesa, di pari passo con il procedere degli accertamenti, anche sulle responsabilità. Lunedì scorso il legale di Rfi, l’avvocato Ennio Amodio, ha chiesto ai pm di controllare con attenzione ruote e sistema frenante del treno (la manutenzione spetta a Trenord), invece di concentrarsi solo su eventuali carenze nella manutenzione dei binari, per le quali risponderebbe Rfi. Un’operazione che i pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, con l’aggiunto Tiziana Siciliano, avevano già previsto, con l’obiettivo di vagliare attentamente ogni possibile anomalia. Intanto ieri sono proseguiti i lavori a Pioltello per tagliare e rimuovere con le gru le carrozze deragliate, nell’incidente che ha provocato tre morti e 46 feriti a bordo del treno partito da Cremona e mai arrivato a destinazione. Lavori che andranno avanti anche oggi.

 

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