Milano, città chiusa ai diesel anche di sabato

Low emission zone, il piano al vaglio. Ai milanesi 12 accessi gratuiti all’anno

Inquinamento in città

Inquinamento in città

Milano, 20 giugno 2018 - Va via via definendosi il piano del Comune per l’introduzione della Low Emission Zone (Lez), una zona a traffico limitato che includerà tutto il territorio cittadino e sarà presidiata da varchi di accesso dotati di telecamere disposti lungo il perimetro della città.

Già nota la data di entrata in vigore del provvedimento: 21 gennaio 2019. Già note le categorie di veicoli che saranno colpite dal divieto di entrare in città: i diesel Euro zero, 1, 2 e 3 senza filtro antiparticolato (fap), i mezzi a benzina Euro zero, i motocicli Euro zero a due tempi e, infine, camion oltre i 12 metri di lunghezza. Da ottobre 2019 il divieto sarà esteso anche ai diesel Euro 4 senza filtro. Dal 2024 saranno sottoposti ai divieti anche i diesel con il fap. E, infine, dal 2025 il divieto sarà esteso ai diesel Euro 5. I varchi saranno 180 ma nella fase di avvio soltanto 12 di questi avranno le telecamere già in funzione. In tutti gli altri varchi basteranno i cartelli. Fin qui tutto già noto. Ieri sono però emerse tre novità. La prima ha a che fare con gli orari nei quali la Giunta comunale intende attivare il divieto d’ingresso ai diesel. L’ipotesi allo studio prevede di andare oltre Area C, la Low Emission Zone potrebbe infatti essere attiva dal lunedì al sabato, mentre la congestion charge si ferma a venerdì. «Al sabato – spiega Marco Granelli, assessore comunale alla Mobilità – ci sono molti mezzi che viaggiano e quindi molte emissioni». Quanto alla fascia oraria dei divieti è sicuro che Palazzo Marino non si atterrà a quella già prevista nel protocollo siglato dalla Regione Lombardia con le altre Regioni del bacino padano (8.30-18.30). Le opzioni al vaglio sono due: ricalcare, stavolta sì, il modello Area C attivando le telecamere alle 7 o alle 7.30 per spegnerle alle 19.30 o alle 20, oppure spegnerle addrittura alle 21, ferma restando l’accensione per le 7-7.30. La seconda novità ha invece a che fare con gli ingressi gratuiti. Il primo ad annunciarli è stato, ieri, il sindaco Giuseppe Sala nel corso dell’intervista con l’associazione “Cronisti in Comune”: «Sul fronte della Lez, probabilmente metteremo un numero massimo di passaggi gratuiti in modo da accompagnare l’avvio del provvedimento». È Granelli a dettagliare le intenzioni del Comune: «Lo spirito degli ingressi gratuiti è non colpire chi usa l’auto solo occasionalmente, per questo stiamo pensando di consentire un numero limitato di accessi gratuiti: indicativamente 3 o 5 per i non residenti in città, 12 per chi invece risiede a Milano. Per usufruire dei passaggi gratuiti – spiega ancora l’assessore – potrebbe essere sufficiente registrati su un’app ad hoc, eviteremo di varare quel sistema di deroghe che varammo per Area C». E tale app sarà necessaria, salvo ripensamenti in quel di piazza Scala, per evitare di essere multati appena attivata la Lez, per evitare la classica multa dovuta dalla mancanza di confidenza col provvedimento. «L’automobilista che entra in un varco della Lez violando la norma riceverà a casa una lettera con la quale il Comune lo avvisa dell’infrazione e spiega che ha 90 giorni di tempo, dal momento in cui l’ha commessa, per registrarsi sulla app della Lez e usufruire così di uno degli ingressi gratuiti evitando di pagare la multa».

Novità, alcune, emerse durante il tavolo tenutosi ieri tra Granelli e i rappresentanti di Assolombarda, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e altre associazioni di categoria. Duro il commento di Simonpaolo Buongiardino, della Giunta di Confcommercio nonché presidente di Assomobilità: «Solo a Milano sono a rischio circa 50mila veicoli commerciali. Noi siamo sensibili al tema della qualità dell’aria ma ogni misura deve essere ragionevole e sostenibile e questa non sembra tale perché non consente la circolazione né delle persone né delle merci. Il Comune i questo modo incentiva a frequentare i grandi centri commerciali fuori città, a discapito del piccolo commercio».

 

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