Milano, affossate le deroghe alla caccia

Il Consiglio regionale vota l’illegittimità. Lega divisa. Fontana critico

Attilio Fontana

Attilio Fontana

Milano, 3 ottobre 2018 - Sono stati affossati prima del voto i due progetti di legge relativi alla caccia che lunedì avevano provocato uno scontro istituzionale tra il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi. Il primo aveva inviato alla segreteria generale della Giunta lombarda una lettera nella quale si faceva presente il rischio di sanzioni e relativo danno all’erario nel caso in cui fossero stati approvati i due provvedimenti, entrambi ritenuti in contrasto con le norme nazionali e comunitarie. E in entrambi i casi la discussione in Consiglio regionale non si è neppure aperta proprio perché l’aula ha approvato, in due distinte votazioni, le questioni pregiudiziali di legittimità.

Presentati  dal leghista Floriano Massardi, il primo provvedimento proponeva di consentire ai cacciatori l’utilizzo di richiami vivi catturati dagli Uffici Territoriali Regionali, provenienti da impianti autorizzati e utilizzabili per la caccia da appostamento. Complessivamente avrebbero potuto essere utilizzati a tale scopo 5100 esemplari di cesena, 2809 merli, 5619 tordi bottaccio e 5472 tordo sassello, per un totale di 19mila richiami vivi. La questione pregiudiziale è stata approvata dal Consiglio a scrutinio segreto con 44 voti a favore, 33 contrari e 1 astenuto. A presentarla è stato il gruppo Lombardi Civici Europeisti, primo firmatario Niccolò Carretta, e vi si denunciava, di nuovo, il rischio di incappare in procedure d’infrazione in sede europea e impugnative in sede governativa.

Su questo progetto di legge un’altra questione pregiudiziale era stata presentata dal Movimento 5 Stelle (M5S). Il secondo progetto di legge voleva autorizzare invece l’esercizio della caccia in deroga alle specie peppola e fringuello durante questa stagione venatoria. Per queste due specie la Commissione Europea ammette un prelievo massimo fino al 5% del quantitativo stimato come esistente. Il provvedimento autorizzava per le peppole un prelievo massimo di 39mila esemplari e per i fringuelli di 310mila. Con 42 voti a favore e 36 contrari anche in questo caso è stata accolta, a scrutinio segreto, la questione pregiudiziale, sempre per il rischio di procedure d’infrazione e ricorsi. Erano state presentate altre tre questioni pregiudiziali da Pd, M5S e Lombardi Civici Europeisti. Conti alla mano, dietro l’affossamento dei due progetti di legge sembra esserci un caso politico interno alla Lega e alla maggioranza perché 8 consiglieri del Carroccio avrebbero votato in favore delle pregiudiziali e così anche alcuni consiglieri di Forza Italia.

Il presidente della Regione, Attilio Fontana, commenta polemico: «Non siamo stati nelle condizioni di emanare un provvedimento amministrativo perché l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra ndr) si è rifiutata di dare i dati di cui avevamo bisogno per scrivere l’atto. Lo ritengo vergognoso. In Europa la caccia in deroga è consentita a condizione di avere dei dati che Ispra si rifiuta di darci. Bisogna fare in modo che non ci si nasconda dietro questioni ideologiche». Rolfi promette di «dar vita a un tavolo tecnico e politico» sul tema. Soddisfatte le opposizioni. I consiglieri Massimo De Rosa e Simone Verni (M5S) parlano di «capolavoro politico», perché si sono affossate «due proposte di legge oscene e evitato ai lombardi multe europee per centinaia di migliaia di euro». Quindi il capogruppo del Pd, Fabio Pizzul: «Le forzature della Lega non portano a nulla. Il Consiglio ha detto no a provvedimenti illegittimi che avrebbero messo a rischio le tasche dei lombardi».

 

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