Delitto Loprete, in cerca di risposte

Ora l’incidente probatorio per Gianluca, reo confesso dell’omicidio con smembramento del corpo del padre

La Scientifica porta i resti di Antonio Loprete fuori dalla casa dell’omicidio

La Scientifica porta i resti di Antonio Loprete fuori dalla casa dell’omicidio

Sesto San Giovanni (Milano) - ​Si celebrerà oggi l’incidente probatorio nell’ambito dell’indagine sull’omicidio di Antonio Loprete, il 57enne dirigente di banca, che è stato fatto a pezzi in camera da letto, dove è stato trovato dai carabinieri la mattina del 12 giugno. A chiamare il 112, quella domenica, fu il figlio Gianluca: "Correte, ho ucciso mio padre. Ho fatto una cazzata". Queste, insieme a poche altre, sono state le uniche parole pronunciate dallo studente 19enne, che viveva insieme al padre in via Saint Denis. Da quel momento il giovane è rimasto sempre in silenzio: sia in caserma con i militari, ai quali aveva risposto solo a domande generiche sulla sua vita, sia con i due avvocati che si sono succeduti in questo mese, sia durante i colloqui in carcere con la madre, arrivata dall’Austria dove vive da qualche anno.

Durante l’udienza di oggi, potrebbe essere disposta la perizia per accertare le capacità di intendere e di volere di Gianluca. In queste settimane le indagini della compagnia di Sesto hanno cercato di ricostruire il contesto sociale e clinico della famiglia Loprete. Entrambi soffrivano di depressione ed erano in cura da tempo: Antonio addirittura dal 2005, con una situazione diventata invalidante negli ultimi mesi, tanto da allontanarlo dal lavoro in Bpm, mentre Gianluca aveva iniziato a manifestare dal 2015 gli stessi sintomi, cui si erano aggiunte manie di persecuzione (anche se non diagnosticate da nessun referto psichiatrico). Oltre cento pagine di documentazione sanitaria e di cartelle cliniche sui due Loprete sono state consegnate al pm. Si è conclusa nei giorni scorsi anche l’analisi, affidata a un perito, del materiale informatico che è stato sequestrato dall’appartamento di via Saint Denis.

Dai cellulari e dal pc non sarebbe uscito nulla di rilevante. "Pulite" le chat di Gianluca, dove appaiono solo i messaggi con la madre e il padre, e nessuna condivisione di possibili intenti omicidi né visualizzazioni di pagine sospette. L’unica nota che è stata segnalata riguarda una ricerca web fatta dallo studente su farmaci stordenti, ma il perito non è riuscito a indicarne il periodo. L’autopsia aveva infine confermato la compatibilità tra l’efferato delitto e l’unica arma, che i carabinieri avevano trovato nell’appartamento di via Saint Denis: un coltello da cucina.

 

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