Dalla soffitta riaffiora un romanzo "Una scrittrice che va riscoperta"

L’episodio ha dato ad Adriana Santoro, ex insegnante, lo spunto per parlare di Willy Dias in biblioteca

Migration

di Alessandra Zanardi

Dalla soffitta di una casa di campagna spunta un libro degli anni Trenta, il romanzo "La legge della vita". È questo l’episodio che ha dato ad Adriana Santoro, ex insegnante alle medie oggi studiosa di Gustave Flaubert e onnivora di letteratura, lo spunto per organizzare una chiacchierata su "una scrittrice dimenticata: Willy Dias". Appuntamento oggi alle 16.30 alla biblioteca comunale di Melegnano, con ingresso libero. Nell’incontro-dibattito Santoro, 84 anni e ancora tanta voglia di fare cultura, una benemerenza civica ottenuta nel 2018 dal Comune di Melegnano, sarà accompagnata dal marito, il professor Ercolino Dolcini, ex sindaco di Melegnano, che ha ricostruito il periodo storico nel quale la scrittrice ha vissuto, dalla fine dell’Ottocento agli anni Cinquanta.

"Nel solaio della nostra casa sul lago Maggiore ho trovato un libro, un po’ malconcio in realtà, ma riconducibile a Willy Dias. Forse era stata mia mamma, classe 1913, a procurarsi quel volume", racconta la studiosa, che ne ha tratto l’occasione per un approfondimento. Attraverso l’autobiografia "Viaggio nel tempo", uscita postuma nel 1958, l’incontro-dibattito permetterà di ricordare, a 150 anni dalla nascita, l’intraprendente e ribelle triestina, al secolo Fortunata Morpurgo, scrittrice e giornalista di origine ebrea. Oggi su quella figura di donna e romanziera sembra caduto l’oblio. "Una figura che vale invece la pena riscoprire anche per la fertilità della sua penna, dalla quale uscirono 50 libri rosa. Romanzi per signorine, con contenuti in linea con quelli permessi dal regime". Ma dietro quella veste di romanziera ossequiosa si nascondevano in realtà slanci antifascisti e femministi. "Quello che colpisce è il suo grande amore per il giornalismo" che iniziò ad esercitare al "Caffaro" di Genova. "Insieme a Flavia Steno fondò la rivista femminile “La Chiosa”, della quale il regime impose poi la chiusura", mentre nel secondo dopoguerra approdò all’Unità. Da Italo Svevo a James Joice, conobbe tutti i principali rappresentanti del mondo culturale di allora. "Un motivo in più per considerarla una figura affascinante".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro