Creativi, inclusivi: i designer futuri

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Fino all’ultimo ci ha sperato, Andrea Maggiara, di Itri, in provincia di Latina, con il suo prototipo di sedia progettato prendendo spunto "da mio nonno, che faceva fatica ad alzarsi, così ho ideato questa sedia con le molle per fargli comunque mantenere una vita attiva". Sportivamente ha accolto il "verdetto", la giuria ha scelto i tre progetti, vincitori di questa edizione del Salone Satellite Award, "per il design sostenibile e inclusivo" ma non il suo. A vincere il primo premio è stata la giovane creativa nigeriana Lani Adeoye, con il suo "deambulatore" realizzato in materiale "povero", corda e legno, usando una lavorazione locale, "un oggetto piacevole da avere e da usare senza vergognarsi". Perchè spesso gli oggetti destinati a chi ha difficoltà motorie non sono certamente di "design". Al secondo posto si è classificato Studio Gilles di Belgium is Design, con una serie limitata di lampade realizzate utilizzando materiali come un nastro nero VHS lavorato all’uncinetto e del gesso bianco per il cilindro. Terzo premio a Young Balkan Designers Djurdja Garčević, Serbia: con i trucioli di pneumatico ha modellato oggetto di uso comune come sgabelli e cestini per rifiuti. Un progetto di arredo urbano sostenibile che dà nuova vita ad un rifiuto. "Ma chi è rimasto escluso non deve abbattersi, ci sono anche altre occasioni per farsi notare", dice Marva Griffin, anima e instancabile promotrice del Salone Satellite.

"Il weekend è il momento giusto, molti espositori, galleristi e produttori, si staccano dagli stand e vengono qui a guardarsi meglio i prototipi". Già, perchè la speranza per questi giovani designer under 35 che provengono da ogni parte del mondo è quella di incontrare "l’azienda giusta" che scelga di produrre su larga scala il loro prototipo. Così è successo ai tanti che sono passati, dal 2010, dal Salone Satellite, un nome per tutti, Oki Sato, chief designer e fondatore dello studio Nendo.

"Con moltissimi di loro ho mantenuto rapporti di amicizia - racconta Griffin - e ancora oggi tanti giovani mi scrivono, mi mandano i progetti e mi chiedono consigli". Due le menzioni speciali, a Rasmus Palmgren, per la sedia “Ease Chair“ e Atelier Ferraroper la sedia "versatile" realizzata con gli scarti di truciolato, che può trasformarsi in vari oggetti di arredo.

Stefania Consenti

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