Corruzione: Hallecker resta in silenzio

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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Massimo Hallecker (nella foto), ex senior buyer di Fiera Milano, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione per aver pilotato l’assegnazione di tre appalti del valore di 16,5 milioni di euro. L’ex funzionario, difeso dall’avvocato Niccolò Pelanda, è comparso davanti al gip Domenico Santoro ma è rimasto in silenzio nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Stando all’inchiesta del pm Paolo Storari condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF, avrebbe in un caso ricevuto una tangente da ventimila euro in due tranche. Denaro versato tramite due bonifici bancari riportanti causali fittizie quali "acquisto mobili usati" o "acquisto Rolex", come ha messo a verbale lo stesso imprenditore favorito. Il quale ha raccontato di aver conosciuto l’ex buyer di Fiera nel 2016, quando era al gruppo Percassi.

Quell’anno gli avrebbe fatto dei lavori a casa, facendogli solo "pagare il costo vivo". Quando già era in Fiera da un paio di anni, durante un pranzo "gli chiesi se doveva fare altri lavori, proponendo una soluzione analoga a quella del 2016. (...) Hallecker mi fece capire che (...) preferiva il denaro e ciò sarebbe stato il corrispettivo per avermi fatto entrare in Fiera". Riguardo a un terzo appalto, del valore di oltre 8 milioni, l’ex manager avrebbe favorito l’impresa Fabbro LM per la gestione dei servizi logistici per il magazzino di Lainate di Nolostand. In cambio avrebbe ricevuto una somma di denaro e l’affidamento, in subappalto, dei lavori per quasi l’intero ammontare del loro valore alla Idea Servizi srl, società in cui avrebbe forti interessi visto i legami con l’amico “Mimmo“, al quale, andato in porto l’affare, aveva detto: "Stappa e preparati a lavorare duro".

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