Coronavirus, il 66% dei milanesi dice "riapriamo la città"

Sondaggio di Milano Città Stato, che ha lanciato l’hashtag “Milano non si ferma’’: questo allarme sia l’occasione per ottenere più autonomia

Milano Città stato

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Milano, 29 febbraio 2020 - L’hashtag “Milano non si ferma’’ l’hanno lanciato loro lunedì per dare una scossa a una città paralizzata dall’emergenza coronavirus. Parliamo degli animatori del sito Internet e del profilo Facebook “Milano Città Stato’’, che proprio ieri hanno postato un sondaggio in rete per chiedere ai milanesi: "Riaprire Milano o continuare così (tenendo chiuse scuole, università e luoghi di aggregazione)?". Il 66% dei cittadini vorrebbe ritornare alla normalità, il 34% dice di continuare con l’ordinanza che “blinda’’ scuole e musei.

Andrea Zoppolato, presidente dell’associazione Vivaio e direttore del sito Internet Milano Città Stato premiato con l’Ambrogino d’oro nel 2019, spiega qual è l’obiettivo dell’hashtag “Milano non si ferma’’, ripreso dallo spot dell’Unione dei Brand della Ristorazione Italiana, ma anche dal Pd e dalla Lega: "Noi di Milano Città Stato vogliamo una città che punti al massimo e che non abbia paura di confrontarsi a livello internazionale. Milano stava abbassando la testa di fronte all’emergenza. Questa situazione sta procurando effetti disastrosi sull’economia e sull’immagine di Milano e dell’Italia". Zoppolato non è per niente sorpreso dell’esito del sondaggio: "Hanno votato circa 2.500 persone in un giorno e hanno lanciato un messaggio preciso: “the show must go on’’. Milano non si è fermata neanche al tempo delle pestilenze, della Seconda Guerra Mondiale e degli Anni di Piombo. La nostra città non si fermerà neanche a causa di un problema come il coronavirus".

Di più. Il direttore di Milano Città Stato fa un passo avanti: "Questa emergenza può essere l’occasione per ridefinire il concetto di autonomia, un elemento fondamentale per rilanciare Milano attraverso deleghe, legge e autonomie speciali. Insomma, poteri straordinari almeno per un determinato periodo per rimettere Milano subito in carreggiata". L’obiettivo del think tank è sempre lo stesso: dotare il capoluogo lombardo di un’autonomia amministrativa simile a quella che hanno le metropoli internazionali. Ma che fare, per ora, per uscire dal tunnel da virus? "Tre soggetti – replica Zoppolato – si devono sedere intorno al tavolo: Governo, Regione e Comune. Il Governo potrebbe dare un segnale positivo dal punto di vista fiscale. E se non non può rinunciare ai soldi, almeno vada nella direzione della “burocrazia zero’’ per un anno. La Regione, invece, potrebbe dare maggior autonomia al Comune, che, a sua volta, dovrebbe chiedere al Governo una delega a trattare direttamente con l’Unione europea sul reperimento dei fondi europei per la lotta contro l’inquinamento ambientale". Ma una vera Città Stato cosa avrebbe dovuto fare di fronte ai provvedimenti presi da Governo e Regione Lombardia? Condividerli o smarcarsi? "Credo che nell’ordinaria amministrazione l’autonomia sia fondamentale, ma penso anche che in caso di gravi emergenze come questa sia necessario ragionare tutti insieme: dalla maggioranza all’opposizione dal Governo alla Regione fino al Comune".

La Fondazione Bridge , intanto, ieri ha reso nota un’indagine commissionata a Datanalysis ed effettuata dal 25 al 27 febbraio su un campione di 500 residenti a Milano e nell’hinterland: l’80% degli intervistati è spaventato dal virus, il 20% poco o per niente. Il 76% pensa che le notizie fornite sull’emergenza siano state inadeguate.

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