Spara al padre e alla compagna di lui, poi si uccide: tragedia familiare a Cormano / FOTO

L'uomo era staro appena licenziato dalla 'Seri Cart', l'azienda del padre dove si è consumata la tragedia

Carabinieri davanti alla 'Seri Cart' di Cormano

Carabinieri davanti alla 'Seri Cart' di Cormano

Cormano (Milano), 3 luglio 2018 - Tre persone sono morte per ferite di arma da fuoco nella tarda serata di ieri, lunedì 2 luglio, all'interno dell'azienda 'Seri Cart' di Cormano. Secondo i primi accertamenti si tratterebbe di un duplice omicidio-suicidio.

Le vittime sono un 65enne, la sua compagna 54enne e il figlio dell'uomo, di 43 anni. A trovarli é stato il figlio minore del 60enne. Secondo gli accertamenti svolti finora dai carabinieri di Sesto San Giovanni e della Squadra Rilievi del Gruppo Monza, Romano Platini, 65 anni, titolare dell'azienda sarebbe stato ucciso a colpi di pistola da suo figlio Maurizio, 43 anni, forse al culmine di una lite, così come la sua compagna, Anita Salsi, 54 anni. Lo stesso 43enne, sempre secondo una prima ipotesi, si sarebbe poi tolto la vita con la stessa arma. A scoprire i corpi, quello del 43enne in corridoio, quello della donna sulla porta dell'ufficio e quello del 65enne dietro la scrivania, è stato il figlio minore di Platini, fratello del presunto omicida-suicida, 32 anni. "Siamo sconvolti, siamo amici da una vita", ha dichiarato all'Ansa una donna residente poco lontano dall'azienda. Poi ha aggiunto: "Avevamo appuntamento alle 18 di oggi, ma ho suonato e non ha risposto nessuno, poi abbiamo saputo". Suo marito, a sua volta sconvolto, ha spiegato: "Avremmo dovuto andare insieme a giocare a soft air, prendevamo l'aperitivo insieme ogni sera".  

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Maurizio Platini era stato da qualche giorno licenziato dalla ditta del padre. Platini ha aperto il fuoco intorno alle 18.30, colpendo prima il padre alla testa: l'uomo è stato trovato morto dietro la scrivania. Poi si è rivolto contro la donna, colpendola al collo e al petto, per poi rivolgere l'arma verso se stesso, mirando alla testa. A chiamare i soccorsi, dunque molte ore dopo la tragedia, è stato il fratello più giovane dell'omicida. Il corpo del 43enne si trovava nel corridoio, e aveva ancora in mano la 357 Magnum, regolarmente detenuta, con cui ha sparato. Il pm titolare delle indagini, Cristiana Roveda, ha posto sotto sequestro l'arma e ha disposto l'autopsia sui corpi.

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