Clima e aria inquinata: sempre più milanesi morti

L’allarme dei ricercatori di Enea: situazione ancor peggiore nel 2050. E l’Italia è maglia nera per le morti da smog, stimate in 90mila l’anno

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I cambiamenti climatici e la cattiva qualità dell’aria faranno aumentare nel 2050 la mortalità a Roma e Milano, rispettivamente dell’8% e del 6%. Il nuovo allarme arriva da uno studio realizzato da 11 ricercatori Enea e pubblicato su Science Direct, nel quale si sottolinea "come politiche più rigorose in materia di qualità dell’aria e contrasto al cambiamento climatico permetterebbero di ridurre il numero di decessi di 8 volte a Roma e di 1,4 volte a Milano rispetto al periodo 2004-2015". Intanto già ora, secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), l’Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, con circa 90 mila decessi prematuri all’anno. Nel dettaglio, secondo lo studio Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), nei prossimi decenni a Milano si stima che la mortalità sarà più alta durante l’inverno (1.787 decessi su 1.977 complessivi, pari al 90%) a causa del clima più rigido, delle maggiori concentrazioni di PM10 (oltre la soglia giornaliera di 50 μgm3 fissata dalla Direttiva Ue sulla qualità dell’aria) per effetto delle maggiori emissioni da combustione e di condizioni atmosferiche stagnanti dovute alla geomorfologia e alla localizzazione della città. E non se la passerà meglio Roma, secondo i ricercatori: la Capitale politica d’Italia potrebbe raggiungere i 591 decessi l’anno durante i mesi estivi (l’8% in più rispetto ai decenni precedenti) a causa delle alte temperature e di una concentrazione di ozono troposferico (O3) al di sopra del valore limite per il danno alla salute umana (70 μgm3). Secondo lo studio, inoltre, a Roma il numero di decessi dovuti alle temperature più alte (principalmente in estate) tra gli “over 85“ al 2050 è stimato in 312 casi su 1.398 annuali (22%), mentre a Milano è pari a 971 casi imputabili alle temperature più basse - principalmente in inverno - su 1.057 (92%). Intanto, in base ai dati del sistema di rilevazione dell’Unione europea Copernicus, maggio 2022 è stato, globalmente, il quinto più caldo mai registrato, insieme a maggio 2018 e maggio 2021.

Non certo migliore il quadro dipinto dagli esperti la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima): se l’Italia è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, con circa 90mila decessi prematuri all’anno, "gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi apparati ed organi - spiega il presidente Sima, Alessandro Miani - Le patologie dell’apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte in Italia". Eventi coronarici e infarto miocardico acuto hanno toccato quota 9mila casi all’anno, gli ictus cerebrali 12mila casi all’anno, seguiti dalle patologie dell’apparato respiratorio (7mila decessi prematurianno).

"Gli effetti indiretti dell’inquinamento - prosegue Miani - portano fino al +14% di aumento di incidenza per tutti i tumori nei siti inquinati". E snocciola dati terrificanti: mesoteliomi 1.900 casianno da esposizione ad amianto, tumori testicolari, +36% d’incidenza nei siti inquinati, leucemie +66% d’incidenza nei siti inquinati, linfomi +50% d’incidenza nei siti inquinati. E ancora, in questa triste lista nera: sarcomi dei tessuti molli +62% d’incidenza, tumori polmonari +29%, tumori vescicali o renali +32% nei siti inquinati, tumori della mammella +50% d’incidenza nei siti inquinati. "È imprescindibile e non più rimandabile agire in fretta e sinergicamente con l’Europa per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico attraverso una transizione energetica rinnovabile che abbandoni quanto prima l’uso di combustibili fossili", conclude Miani.

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