Mille domande ma solo 10 cantieri. L’Ecobonus svela gli abusi edilizi

La maggioranza delle pratiche presentate in Comune respinte per le “difformità urbanistiche“ Tanti palazzi costruiti negli anni Sessanta sono “lievitati“ da sedici a trenta metri e mai condonati

 Enrico Zonca assessore all’Urbanistica in una seduta in aula consiliare

Enrico Zonca assessore all’Urbanistica in una seduta in aula consiliare

Cinisello Balsamo (Milano), 28 settembre 2021 -  Più di un migliaio di domande per l’Ecobonus 110%, ma solo 10 cantieri aperti in città: la maggioranza delle richieste respinte presenta "difformità urbanistiche". Tradotto: si tratta di appartamenti abusivi. Il caso più rilevante è il palazzo che avrebbe dovuto essere di 16 metri di altezza massima e invece è di 30 e che, negli anni, non è mai stato condonato. Il Comune, per non sanzionare le famiglie con cifre che non sarebbero sopportabili, chiede ora al Governo una sanatoria almeno per le prime case. "L’Ecobonus è una misura importante, perché dà l’opportunità di efficientare edifici datati, ridurre l’inquinamento, raccogliere dati utili dal territorio. Però ci sono una serie di criticità, che andavano previste, e questi nodi non sono stati sciolti", spiega l’assessore all’Urbanistica Enrico Zonca. La misura , che prevede un bonus fiscale a seguito di interventi edilizi, ha generato oltre 2mila richieste di accesso agli atti. Numeri importanti per il municipio, soprattutto in tempo di pandemia e smartworking: le pratiche sono state evase in media in 60 giorni, contro il mese previsto dalla legge. "Gli uffici sono stati travolti. Questo è un altro limite di una misura che non è strutturale, ma a scadenza". Il lavoro maggiore che si è trovato l’ufficio tecnico ha riguardato l’emersione di tutte le difformità non sanabili che impediscono l’applicazione dell’Ecobonus 110%. Sono soprattutto edifici, costruiti negli anni ’60, oltre le dimensioni consentite: molte concessioni erano limitate all’altezza dei 16 metri, invece sono sorti palazzi di 10 piani, cioè di 30 metri. Moltissimi, tra costruttori e proprietari, hanno poi usufruito dei 3 condoni edilizi che ci sono stati, ma qualcuno si è accorto di aver acquistato una casa a tutti gli effetti abusiva solo con le verifiche per il 110%. "Il testo unico dice che, in questi casi, c’è l’abbattimento. Ovviamente non possiamo sopprimere un alloggio in mezzo a un condominio, quindi c’è la sanzione che è il doppio degli oneri di costruzione. Vale a dire delle cifre esorbitanti che nessuna famiglia si immaginava di avere", continua Zonca. Difformità ereditate, che ricadono sugli attuali proprietari, "che nella stragrande maggioranza dei casi hanno acquistato in buonafede case che non possono più neanche vendere. E ricordo anche che l’abuso edilizio è un reato penale". Con l’applicazione alla lettera della norma, "si rischia di mandare in rovina migliaia di famiglie con sanzioni sproporzionate nate per contrastare la speculazione edilizia. Per questo ci siamo fatti portatori, cercando di sensibilizzare il Parlamento, dell’esigenza di una modifica dell’impianto normativo nazionale e di una sanatoria per le prime case con sanzioni ragionevoli e non di decine di migliaia di euro per ogni appartamento".  

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