Mister startup, due stupri a indagini chiuse

Procura pronta chiedere il processo per Alberto Genovese per il sequestro e la violenza Terrazza Sentimento e per l’abuso a Ibiza

Alberto Genovese, 42 anni

Alberto Genovese, 42 anni

Milano - A distanza di nove mesi esatti da quel 10 ottobre in cui il mago delle startup Alberto Genovese, 42 anni un passato luminoso e un futuro promettente, finì in carcere con l’accusa di avere sequestrato, drogato e stuprato per venti ore una 19enne, si chiudono le indagini che preludono alla richiesta di uno scontato rinvio a giudizio. Le violenze sessuali che gli vengono contestate sono due: una a "Terrazza Sentimento", l’appartamento di lusso in centro a Milano con piscina vista Duomo in cui si è cosumato lo stupro da cui è partita la denuncia e quindi l’inchiesta. L’altro episodio era avvenuto il 10 luglio a Villa Lolita, a Ibiza, vittima una 23enne e per questa violenza è stata indagata, ma non arrestata, anche Sarah Borruso, la giovanissima fidanzata di allora di Genovese. La ragazza sarebbe stata testimone dello stupro senza impedirlo. Queste sono le due uniche denunce ritenute attendibili dal team della procura, aggiunto Letizia Mannella, che hanno portato a Genovese due richieste di custodia cautelare in carcere. In tutto sono state sette le giovani che hanno tentato di inserirsi nella lista delle vittime di Genovese, ma il gip Tommaso Perna per i loro casi, non ritenuti attendibili, ha respinto la richiesta di custodia cautelare e le ha stralciate. Per queste si profila l’archiviazione.

Nell’avviso di conclusione indagini non compare nemmeno il nome di Daniele Leali che le ragazze habitué delle feste a "Terrazza Sentimento" avevano indicato come il braccio destro di Genovese, nonché organizzatore delle feste e fornitore di droga, la famosa droga rosa da quattrocento euro al grammo. Anche la sua posizione è stata stralciata dal filone principale che riguarda solo le violenze sessuali e pare andare verso un’archiviazione. Non è escluso che ora Genovese, difeso dagli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrari, scelga il rito abbreviato, questo gli consentirebbe uno sconto di un terzo sulla pena e un processo a porte chiuse. Le accuse formulate sulla chiusura indagini da cui dovrà difendersi sono: violenza sessuale aggravata, detenzione, cessione di stupefacenti e lesioni. Sempre a maggio il gip Perna aveva respinto una richiesta di sequestro di 4,3 milioni per reati fiscali contestati all’imprenditore, in un filone di indagine sulle sue movimentazioni finanziarie. La Procura ha fatto ricorso al Riesame e sta attendendo la decisione. Entro luglio, poi, potrebbe essere depositata la perizia fonica, richiesta dalla difesa, sugli audio delle telecamere interne dell’abitazione. Per la Procura quegli audio non sarebbero comprensibili e non apporterebbero, né toglierebbero nulla, al quadro accusatorio. In particolare, sempre secondo l’accusa, non dimostrebbero nessun accordo tra Genovese e la 19enne sull’uso della sostanza dalle conseguenze gravi ed imprevedibili.  

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