"Bocciature per colpa della Dad". Ma il Tar conferma i voti dei prof

Ricorso in Tribunale dei genitori di due liceali contro la mancata ammissione all’anno successivo. "Ignorato il disagio per Covid e didattica a distanza"

Una lezione in Dad

Una lezione in Dad

Milano -  Per mesi si è parlato dell’effetto Dad sugli studenti, e in generale delle privazioni che i giovani alunni sono stati costretti a fronteggiare in fatto di rapporti umani e di efficacia dell’insegnamento per via delle limitazioni imposte d al Covid-19 a cavallo tra gli anni scolastici 2019-20 e 2021-2022. Per i genitori di due milanesi, rispettivamente iscritte in uno Scientifico e in un Classico, la didattica a distanza ha avuto un ruolo determinante nella loro bocciatura. Così si sono rivolti a un legale e hanno presentato ricorso al Tar per ottenere l’annullamento dei giudizi che la scorsa estate hanno decretato il mancato passaggio alla classe successiva delle figlie. Tuttavia , il Tribunale amministrativo ha respinto le istanze di mamme e papà, chiarendo che la valutazione di un allievo deve tener conto esclusivamente del "livello di preparazione e di apprendimento concretamente raggiunto".

Partiamo dal primo caso, quello di una sedicenne che nel 2020 ha cambiato scuola, passando da uno Scientifico a un altro. A fine anno, avendo colmato le lacune solo in una delle sei materie in cui i voti erano stati insufficienti nel primo quadrimestre, i suoi docenti hanno deciso di non ammetterla al quarto anno. Nel ricorso, i genitori hanno parlato di "problemi di adattamento alla nuova realtà" e di difficoltà "a entrare in sintonia con i professori", aggiungendo che il Consiglio di classe non avrebbe considerato "il disagio dovuto dai mesi di pandemia e la particolarità della didattica di distanza"; senza dimenticare l’assenza di programmi di recupero in corso d’opera, che, a loro giudizio, avrebbero permesso alla figlia di "riallinearsi con il percorso didattico e non accumulare ulteriori ritardi". Ecco la risposta del Tar: "Il giudizio di non ammissione di un alunno alla classe superiore si basa esclusivamente sulla constatazione della sua insufficiente preparazione e dell’incompleta maturazione personale, necessarie per accedere alla successiva fase di studi". E ancora: "La valutazione di legittimità di tale giudizio deve essere condotta avendo esclusivo riguardo agli elementi che denotano, alla conclusione dell’anno scolastico, la presenza o meno di un sufficiente livello di preparazione e di maturità dell’alunno".

Stesso discorso per una diciottenne iscritta al quarto anno del Classico: i genitori hanno lamentato le carenti comunicazioni da parte della scuola e ricordato le difficoltà legate alla Dad. Dal canto suo, il dirigente scolastico dell’istituto ha inviato una relazione ai giudici per spiegare tutto ciò che è stato fatto, da febbraio in avanti, per andare incontro alle esigenze della ragazza (7 insufficienze nel primo quadrimestre), aggiungendo che proprio per agevolare gli studenti in un periodo particolarmente difficile ha raccomandato ai docenti in un Collegio ad hoc convocato a fine marzo 2021 "di non caricare gli studenti di eccessive verifiche e di dilazionarle con equilibrio, soprattutto per quegli studenti con maggiori difficoltà didattiche e ps icologiche". Purtroppo , allo scrutinio finale, i prof hanno dovuto prendere atto che un’eventuale ammissione al quinto avrebbe solo danneggiato la ragazza, "non ponendola nelle condizioni di affrontare un ultimo anno di Liceo con serenità e un bagaglio di competenze più solido". Per il Tar, la valutazione del Consiglio di classe "risulta rispettosa" delle norme, tenuto conto dei tre 4 (Latino, Matematica e Fisica) e dei due 5 (Italiano e Scienze) nella "pagella" finale.

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