Sesto, tasse comunali alle stelle: stangata su chi lavora

Nel bilancio di previsione 2019 schizza al massimo l'aliquota Irpef e si riducono le esenzioni. Insorgono i commercianti

Il Comune di Sesto

Il Comune di Sesto

Sesto San Giovanni (Milano), 10 aprile 2019 - Una stangata su chi lavora. È quella decisa con il bilancio di previsione per il 2019, che andrà a toccare l’addizionale comunale Irpef, l’occupazione di suolo pubblico e l’imposta comunale sulla pubblicità. Una manovra di variazione delle politiche tributarie e tariffarie «necessaria», spiega l’amministrazione, per portare avanti un piano di riequilibrio finanziario che si porta dietro 21 milioni di disavanzo, 4,5 milioni di debiti fuori bilancio per il prolungamento della metropolitana e 14 milioni di pagamenti pregressi verso i fornitori. E che, per i prossimi 10 anni, peserà 1,3 milioni all’anno.

L’aliquota Irpef passa dallo 0,6 allo 0,8% e si restringe la soglia di esenzione minima: non sarà più garantita per i redditi sotto i 18mila euro, ma solo per quelli sotto i 15mila. Il gettito passa così dai 6,5 milioni del 2018 ai 9,3 previsti per l’anno in corso (+2,8 milioni). «Ci siamo allineati a Comuni come Milano, Cologno, Bresso, che non sono in predissesto come noi – dice l’assessore al Bilancio Nicoletta Pini –. È l’Irpef in uso a 80 Comuni su 137 della provincia e alcuni nemmeno hanno più le esenzioni, come Cologno. Lo spostamento medio è di 46 euro annui secondo i redditi dichiarati».

C’è poi la Tosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico. Invariata l’occupazione temporanea, raddoppiata quella permanente con una variazione del 50 per cento delle tariffe, per un gettito previsto di 830mila euro. «Cinisello applica le stesse tariffe che noi utilizzeremo solo da oggi e a Monza sono ancora più elevate – commenta Pini –. La tassa non veniva adeguata da metà anni Novanta».

L’operazione che sta mettendo in crisi le attività è quella sull’Icp, l’imposta comunale sulla pubblicità, insegne incluse. Dieci giorni fa l’arrivo agli esercenti dei bollettini con il raddoppio del conto e il saldo previsto in appena due giorni: alcuni negozianti avevano addirittura lanciato l’idea di coprire o dismettere le insegne per protesta. Un aumento del 50 per cento, che permetterà al municipio un gettito extra di 1,6 milioni e di fare cassa complessivamente per oltre 1,7 milioni. Anche in questo caso, la risposta dell’assessore è la stessa. «Abbiamo dovuto porre attenzione alle entrate del bilancio, senza contare che dal 1995 le tariffe non erano adeguate».

Sale anche l’imposta di soggiorno: un euro a notte per gli alberghi a una stella, 2 euro per due stelle, 3 euro per i tre stelle e 4 euro per i quattro stelle, mentre per le strutture ricettive extra alberghiere la tariffa è di 2 euro. L’entrata prevista è di 1.050.000 euro che sarà usata «per portare avanti progetti di riqualificazione della città che altrimenti resterebbero ingessati, oltre a manifestazioni culturali».

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