
Berlusconi: ricordi dagli anni '80, quando "scherzava e raccontava barzellette" nei corridoi di Mediaset
di Andrea Gianni
Il ricordo di chi ha vissuto la parabola di Mediaset, fra lavoro quotidiano e battaglie sindacali, torna agli anni ’80, quando Silvio Berlusconi "passava per i corridoi e aveva sempre la battuta pronta". Un imprenditore che "scherzava e raccontava barzellette, si fermava a parlare con i lavoratori, non nascondeva l’entusiasmo dopo l’acquisto del Milan e prometteva di creare una grande squadra". Bruno Bifronte (nella foto dell’epoca) aveva 23 anni quando, nel 1981, dopo un’esperienza a Telealtomilanese, fu assunto come tecnico e operatore. Erano gli anni delle tv private, della sfida al monopolio Rai. Due anni più tardi Bifronte, che ora è segretario generale della Uilcom Lombardia, iniziò la sua attività come rappresentante sindacale nell’azienda, proseguita per 27 anni. "Berlusconi non partecipava di persona ai tavoli – racconta – nei primi tempi è capitato di incontrare Galliani, ma di solito venivano i rappresentanti della direzione del personale. Pur nei momenti più difficili del confronto c’è sempre stato rispetto per il sindacato, con la possibilità di dialogare e di arrivare ad accordi positivi. Devo dire che la mia scelta di fare attività sindacale o le mie idee politiche non hanno mai pesato sulla carriera, non ho mai subito pressioni". Bifronte, prima come operatore e poi nella produzione, ha lavorato dietro le quinte di storici programmi Mediaset, fianco a fianco con volti della tv come Mike Bongiorno, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Columbro e Gerry Scotti. In parallelo c’era l’attività sindacale, in un’azienda che nel corso degli anni si è trasformata in un impero: "Non ci sono mai stati licenziamenti collettivi, piuttosto cessioni di rami d’azienda da gestire".
Un altro storico rappresentante sindacale, Rino Caspani, della Cisl, ha lavorato in Mediaset dagli anni ’90, vivendo gli anni della discesa in campo di Berlusconi. Ora è in pensione, e torna con nostalgia al passato. "Per me lavorare era un gioco, un divertimento – racconta – ricordo ad esempio che si facevano i gavettoni a Teocoli. Con l’azienda c’era in generale un clima di dialogo, alla fine si riusciva a trovare sempre un accordo. Berlusconi era generoso con i suoi collaboratori, quando entrava negli studi salutava tutti, raccontava storielle e barzellette. Il mio ricordo è quello di una persona allegra ed espansiva. Poi, quando è entrato in politica, per forza di cose ha iniziato a farsi vedere di meno".