Mondiali e Champions per la signora dei trofei

Valentina Losa guida la Gde Bertoni srl di Paderno, azienda di famiglia che produce coppe e medaglie per le più importanti competizioni sportive

Valentina Losa ha scelto i dipendenti perché fossero “i suoi” e non del padre

Valentina Losa ha scelto i dipendenti perché fossero “i suoi” e non del padre

Paderno Dugnano (Milano) - «Ho dovuto affrontare tre grandi difficoltà per prendere in mano le redini dell’azienda, forse l’essere donna in un mondo maschile è stata la più piccola". Valentina Losa, 41 anni, tre figlie, guida un’azienda, la Gde Bertoni srl di Paderno Dugnano che produce coppe, trofei e medaglie per le più grandi competizioni sportive del mondo: Mondiali di calcio, Champions League, trofei di volley e molto altro. Una piccola azienda con pochi dipendenti, attualmente otto, che l’imprenditrice ha ereditato nel 2010 dal padre e che tra i suoi clienti vede marchi come Fifa, Uefa, Fivb, ma pure la Royal Court del Bahrein, la Federazione calcistica Araba e la casa reale saudita.

Un capo donna, quanta fatica fa? "L’essere donna ha influito in un ambiente maschile e maschilista, tanto come dipendenti quanto come clientela, ma non è stata la difficoltà più grande. Ero l’ultima arrivata ed ero giovane. Non solo, tre mesi dopo che papà ci ha lasciati, ero incinta della mia terza figlia. Mi sono dovuta fare le ossa, col tempo è servito molto il fatto di aver assunto dei dipendenti che fossero miei, che non vedessero mio padre, alcuni addirittura mio nonno, come il datore di lavoro, ma me".

Ora ci sono le ricadute negative del Covid da affrontare? "Con molte difficoltà, lavoriamo principalmente con il mondo dello sport, quando si è fermato tutto ho avuto un mezzo mancamento. Il 2020 per noi doveva essere un super anno e invece a febbraio nel giro di tre settimane era cambiato tutto, quando hanno annullato anche le Olimpiadi è stata una botta: significava trovarsi senza lavoro. Abbiamo fatto tre mesi di chiusura e poi da luglio a novembre abbiamo lavorato due settimane al mese, poi la macchina ha cominciato a rimettersi lentamente in moto. Andiamo avanti".

Reinventandosi? "In questo momento spero in una lenta ripresa del mercato, ma ho pronte delle soluzioni. Non vorrei toccare l’assetto aziendale, perché anche avendo meno lavoro chi c’è, serve. Abbiamo persone molto competenti a cui sarebbe difficile rinunciare. L’idea è diversificare la produzione, per ora facciamo solo prodotti di alto livello e per fare le coppe ci vuole tempo perché non sono fatte a macchina, ma a mano, da artigiani. Sto studiando una nuova linea che pur rimanendo nella nostra esclusività ci permetta di ampliare la clientela, l’idea è rendere il nostro prodotto più accessibile".

Come? "Se penso a un paragone penso a Oldani: uno chef stellato che fa cucina pop. Ecco stiamo lavorando a un’idea così, vedremo se funzionerà".

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