Torna l’Artigiano in Fiera, il piacere della conoscenza

A Rho Pero i tremila esperti di cento diversi Paesi espongono la propria cultura. Egitto ospite d’onore

Al via L'artigiano in Fiera 2019 (Newpress)

Al via L'artigiano in Fiera 2019 (Newpress)

Milano, 1 dicembre 2019 - «Piacere di conoscerti». È il motto dell’edizione numero 24 dell’Artigiano in Fiera che ieri ha aperto i battenti nei padiglioni di Rho. Tremila artigiani provenienti da 100 Paesi. «Questa fiera è anche un’occasione per costruire amicizia e collaborazione per il bene comune», racconta Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi (Gestione Fiera), al taglio del nastro durante la cerimonia che ha dato il via all’evento. Quest’anno il Paese ospite d’onore è l’Egitto, che partecipa con 46 esperti in diversi settori: dal tessile alla lavorazione di metallo, pietra e legno. 

«Speriamo di entrare nel mercato italiano non solo per quanto riguarda il gas e il cotone, ma anche per l’artigianato», sottolinea Hisham Badr, ambasciatore dell’Egitto nel nostro Paese. Inoltre evidenzia che: «L’Italia è il primo partner commerciale dell’Egitto in Europa e il terzo nel mondo. L’artigianato è cultura, bellezza, arte e cuore. Come quello che ci mettono, per preparare i prodotti, i due milioni di donne egiziane che lavorano nel settore». Sulla scelta del Paese ospite d’onore, Intiglietta con il sorriso racconta di «aver accolto un’istanza di Papa Francesco, dato che ha invitato a costruire ponti e non muri con l’Africa».

I padiglioni sono nove e, da questa edizione, ci si può orientare tramite l’app scaricabile sul proprio telefono. Basta digitare il nome dello stand o della nazione e subito viene indicato il percorso più breve per arrivarci. Il tema della conoscenza ricorre anche nelle parole di Fabrizio Curci, amministratore delegato di Fiera Milano: «Le fiere esistono perché le persone hanno ancora bisogno di contatto umano, di promuovere e di far vedere quello che si fa. E questo vale soprattutto per le piccole aziende che non hanno la capacità di promozione di quelle più grandi». Questa kermesse può essere collegata a una tradizione più risalente: «l’Artigiano in fiera ha preso in un certo senso l’eredità di quella che era la fiera campionaria», evidenzia Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, che definisce «speciale» il prossimo anno dato la fiera compirà 100 anni. Camminando tra gli stand è possibile fare il giro del mondo, ammirando la moda e il design e provando sapori lontani. 

Dal souvlaki e la moussaka della Taverna greca fino alla vodka russa con all’interno grammi d’oro passando per la sangria, a sorpresa, di Lisbona e non spagnola. Fin da lontano si può sentire il suono dei tamburi dello stand del Senegal, mentre è l’odore della carne grigliata a far avvicinare allo spazio riservato alla Spagna. Invece, per quanto riguarda la Francia, si va dal sapone di Marsiglia al croque monsieur. In totale ci sono 42 ristoranti artigianali e 21 «luoghi del gusto» dove è possibile assaggiare i prodotti sul posto. Tra gli stand italiani c’è solo l’imbarazzo della scelta: la pizza napoletana non è lontana dai pizzoccheri valtellinesi e dai profumi del Chianti toscano. A proposito di moda e design, ci sono le creazioni di più di 50 tra imprese sartoriali e gioiellerie artigianali. Qualche decina di metri più in là ci sono i 40 stand del salone della creatività, che compie dieci dalla sua prima apparizione all’Artigiano in Fiera. 

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