Commercio di ovuli, inchiesta chiusa per Antinori e altri 16 persone

La Procura di Milano ha chiuso le indagini a carico del ginecologo Severino Antinori e di altre sedici persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al commercio illegale di ovuli destinati alla fecondazione eterologa

Severino Antinori

Severino Antinori

Milano, 3 marzo 2017 - La Procura di Milano ha chiuso le indagini a carico del ginecologo Severino Antinori e di altre sedici persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al commercio illegale di ovuli destinati alla fecondazione eterologa. Il medico risponde poi di appropriazione indebita di gameti. L’avviso di conclusione delle indagine, avviata due anni fa, è stato firmato dal pm Maura Ripamonti. L’inchiesta è nata dalle denunce di alcune ragazze che hanno raccontato di avere venduto i propri ovuli presso la clinica milanese Matris, posta sotto sequestro nel maggio scorso. La compravendita di ovuli, vietata dalla legge italiana, sarebbe avvenuta anche grazie alla mediazione dell’organizzatrice di eventi Barbara Bella, tra gli indagati. L’inchiesta riguarda inoltre «l’acquisto di gameti» in una clinica di Siviglia, in Spagna, e in un’altra di Praga, in Repubblica Ceca, e l’appropriazione di ovuli di pazienti utilizzati (a loro insaputa) per altre la fecondazione assistita intrapresa da altre coppie.

Tra gli indagati ci sono anche l’allora direttore sanitario della Clinica Matris, Piero Mita, e le due strette collaboratrici di Antinori, Bruna Balduzzi e Marilena Muzzolini, la segretaria dello studio di Roma, una biologa e alcune donne, in particolare una brasiliana, una cubana e una romena, che avrebbero avuto il compito di «reclutare le donne disposte alla cessione onerosa di ovociti», si legge nel capo di imputazione. Per l’accusa, nove degli indagati, tra il maggio 2014 e il maggio 2016, sotto la direzione di Antinori, «sfruttando le strutture della Clinica Matris, si associavano tra di loro e con altri soggetti operanti in strutture sanitarie estere, allo scopo di commercializzare gameti umani» che sarebbero stati acquistati presso le cliniche Gimened di Siviglia e Karlsbad Fertility di Praga o da donatrici «appositamente procacciate a tale scopo e pagate circa 1000 euro (o più)». Infine nell’atto notificato ai 17 indagati, si specifica che la remunerazione della cessione di ovociti alle donatrici viaggiava da 1.000 euro fino a 5.000 «per operazione andata a buon fine». Riguardo all’acquisto di gameti umani dalla clinica spagnola, sarebbero stati comprati «pacchetti da 6-8 ovociti al prezzo di 3.000- 4.000 euro».

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