Rsa, 2.273 contagiati dal Covid-19. Anni Azzurri, i morti salgono a 56

Report sul virus tra Milano e hinterland, un malato su sette è ospite di una casa di riposo per anziani

La Residenza per anziani Anni Azzurri in via San Faustino 27, in zona Lambrate

La Residenza per anziani Anni Azzurri in via San Faustino 27, in zona Lambrate

Milano, 19 aprile 2020 - La strage silenziosa continua tra le mura della Residenza Anni Azzurri, polo geriatrico riabilitativo di via San Faustino 27. Il numero dei morti, secondo quanto riferito al Giorno da fonti qualificate, sarebbe arrivato a 56 in un mese e mezzo. Lo scorso 26 marzo, quando avevamo dato conto della vicenda per la prima volta, si registravano 23 ospiti deceduti, di cui 14 risultati positivi al Covid; per gli altri 9, si parlava genericamente di "altre cause di morte", anche perché non era stato effettuato il tampone naso-faringeo per accertare l’eventuale contagio.

Ora il drammatico elenco è cresciuto di 33 nomi, anche se non si sa con esattezza quanti di questi siano deceduti con il coronavirus. Sempre il mese scorso, 44 pazienti risultavano infetti (due ricoverati all’ospedale e gli altri in isolamento in camere singole) in una struttura che ha in totale 192 posti letto, a cui si aggiunge un hospice con altri 12 posti, nel quale si sarebbe rilevato solo un caso di coronavirus. Ma non c’è solo il numero dei decessi in aumento a preoccupare i parenti degli anziani ospitati: secondo quanto siamo riusciti a ricostruire, le salme vengono adagiate sui tavoli della camera mortuaria e lì restano per ore prima di essere chiuse nelle bare, una disposizione necessaria per consentire ai periti della Procura di effettuare gli accertamenti con i tamponi, per avere la certezza di quanti defunti abbiano contratto il Covid-19. Sì, perché nel frattempo il centro di via San Faustino è finito nel mirino dei pm, nell’ambito della maxi inchiesta sui morti nelle Rsa che ha già coinvolto una dozzina di residenze a Milano. Il punto è che, nell’attesa, i corpi sostano su "piastre refrigeranti biodegradabili": a chi spetta il pagamento di queste piastre? La questione, secondo quanto risulta al Giorno, avrebbe appunto generato dissapori di tipo economico. Le agenzie di pompe funebri, che posticipano la chiusura nella bara e il trasporto al cimitero perché devono attendere i controlli, si schierano dalla parte dei clienti-familiari dei defunti e non se la sentono di accollare loro anche il costo di questi dispositivi. Spetterebbe dunque alla Rsa farsi carico anche di questo aspetto.

Per fortuna, ci sono anche buone notizie da via San Faustino: alcune persone che erano in isolamento al terzo piano (quello che era stato “blindato“ dopo la comparsa del virus) sono guarite e sono state trasferite al secondo. Un ringraziamento da parte di alcuni familiari va anche agli operatori socio-sanitari, "che – parole loro – lavorano senza sosta". Il problema, secondo molti, è "una cattiva gestione da parte dei vertici". Il mese scorso, la direzione aveva risposto per iscritto alle nostre domande, spiegando che "sono state attivate, sin dal primo momento, tutte le procedure e le misure cautelative indicate dal Ministero della Salute e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per garantire i migliori standard di sicurezza degli ospiti e degli operatori". E ancora: "Da subito la struttura ha comunicato la situazione all’Ats di Milano per coordinarsi e operare secondo le indicazioni dello stesso Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats, con cui è in costante contatto e a cui sono forniti quotidianamente report di aggiornamento. La residenza ha richiesto che le autorità sanitarie effettuino gli esami diagnostici necessari per verificare un’eventuale positività di tutti i casi sospetti ed è ora in attesa che tali accertamenti siano eseguiti. I parenti degli ospiti sono tenuti costantemente aggiornati circa le condizioni dei loro cari attraverso periodiche telefonate e nel resto della struttura la vita e le attività quotidiane previste procedono regolarmente". A proposito di Rsa, il conto complessivo degli anziani contagiati tra Milano e provincia, secondo un report aggiornato a ieri, è salito a quota 2.273: questo vuol dire che un malato su sette (15.546 quelli complessivamente risultati positivi al tampone naso-faringeo) è ospite di una residenza sanitaria assistenziale. I dati, ovviamente, vanno contestualizzati. Bisogna tener conto di due fattori. Il primo: fuori dalle statistiche restano tutti coloro che sono morti senza un tampone positivo (ad esempio i 9 deceduti alla Anni Azzurri fino al 26 marzo) o che non sono stati ancora sottoposti al test, pur avendo sintomi compatibili con l’infezione da coronavirus. Il secondo: negli ultimi giorni, c’è stata un’accelerazione sul fronte degli esami, con l’obiettivo di intercettare il maggior numero di casi possibile.

La sintesi: i numeri, per quanto significativi e interessanti da un punto di vista epidemiologico, rimandano una fotografia soltanto parziale di ciò che è successo negli ultimi due mesi nelle strutture che ospitano anziani. Il dato meneghino è comunque il più alto rispetto a quelli di tutte le altre province della Lombardia: al secondo posto c’è infatti la provincia di Brescia, con 1.161 positivi Rsa su un totale di 11.758 (la percentuale è decisamente più bassa come incidenza rispetto a Milano); seguono, con cifre molto più contenute, Mantova (805 su 2.863), Como (581 su 2.439), Cremona (532 su 5.407) e Monza-Brianza (528 su 4.042).  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro