Andrea sarebbe diventato papà. E' morto su un ponte pericoloso

Secondo il primo sopralluogo dei vigili del fuoco la struttura non era sicura. La procura accerterà le eventuali responsabilità degli uffici preposti al controllo

 Andrea Elifani

Andrea Elifani

Milano  - Andrea sarebbe diventato papà di una bambina ad agosto. Una notizia che rende ancor più drammatica una tragedia già insopportabile per la mamma, il papà e la compagna. Tra i tanti messaggi di condoglianze e cuori spezzati che gli amici postano su Facebook ce n’è uno che richiama la canzone "Gli Angeli" di Vasco Rossi, la sua preferita. Andrea Elifani è caduto dal ponte di ferro che passa sopra il Naviglio Martesana a causa del cedimento di una sbarra della balaustra, mentre chiacchierava con un amico, bevendo un aperitivo. Un volo di pochi metri, ma l’impatto con l’asfalto è avvenuto di testa, senza che lui riuscisse ad ammortizzare il colpo con le mani. Ha perso subito i sensi ed è morto poco dopo all’ospedale Niguarda per le gravissime ferite.

La Procura aprirà un fascicolo, un atto dovuto, da parte del pm Paolo Storari, che attende ancora le relazioni definitive della polizia locale intervenuta per i rilievi; solo dopo si potrà ricostruire esattamente la dinamica della tragedia, ma anche accertare eventuali responsabilità dei dirigenti dell’ufficio comunale preposto alla manutenzione dei ponti che più volte erano intervenuti, ma non di recente, per risistemare la pavimentazione del ponte. Le prime indicazioni, che confluiranno nel fascicolo, arrivano però dal sopralluogo dei tecnici dei vigili del fuoco, a cui è parso evidente che le condizioni del ponte fossero "potenzialmente pericolose". 

I rilievi subito dopo l’incidente
I rilievi subito dopo l’incidente

Gli agenti non sono ancora in grado di accertare se il quarantenne si sia semplicemente appoggiato o se abbia invece "sollecitato" la balaustra esercitando una spinta, ma questo potranno determinarlo solo le perizie che sicuramente saranno disposte dal tribunale nel corso dell’indagine. La giornata nera non tocca solo Milano, ma anche Minervino Murge in Puglia, paese originario dei genitori di Andrea, dove il quarantenne era molto conosciuto: "Siamo tutti scioccati, nessuno ha voglia di festeggiare la Pasqua", racconta Vincenzo, amico d’infanzia di Andrea, trasferitosi a Milano e tornato in Puglia per le festività. "Un uomo d’oro, sempre disponibile con tutti", continua.

Andrea aveva vissuto per anni nel quartiere Giambellino insieme ai genitori, poi si era spostato in zona San Siro con la compagna. Aveva un fratello più piccolo e due passioni: il Milan e Vasco Rossi, "anche se negli ultimi anni preferiva la musica di Vasco all’adrenalina dello stadio. Però di calcio parlava molto, anche sui social, ed era divertente assistere a siparietti tra lui e il fratello, interista", ricordano sempre gli amici. Lavorava per una società di servizi per le risorse umane, Quojobis, e si era laureato in Scienze politiche all’Università Statale. L’amico Nicola Di Vietro, che vive a Minervino, ricorda Andrea come "l’amico che tutti vorrebbero avere. Bastava un cenno e lui accorreva, subito disposto ad ascoltare e aiutare. Non era mai “troppo notte“ quando si usciva insieme. Non era mai troppa la sua presenza. Ora, caro amico mio, è troppa la tua assenza". Aggiunge che "queste cose non avrei mai voluto scriverle. Avrei voluto avere occasione di digli quello che penso. Ci eravamo sentiti due giorni fa e gli avevo detto che avrei voluto conoscere la sua fidanzata, prima di sua figlia. Per invogliarlo a venirci a trovare. Ero il suo punto di riferimento a Minervino". A Milano, intanto, nel luogo della tragedia sono spuntati mazzi di fiori. Su un bigliettino si legge: "Questi fiori sono l’espressione del nostro più sincero dispiacere. Vi siamo vicini con tutto il nostro affetto". Firmato Davide, Denise e Dario. "Non conoscevamo Andrea - spiega il ragazzo che li ha appoggiati sul pavè - ma eravamo qui, venerdì".

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