Ancora bombe carta al liceo Omero: Ri-Make "anticipa" lo sgombero

Mialno, il collettivo lascia lo spazio: "Criminali di quartiere dietro i raid". Granelli: niente spazio per la ’ndrangheta

Gli attivisti del comitato Ri-Make hanno sgomberato lo stabile di via del Volga

Gli attivisti del comitato Ri-Make hanno sgomberato lo stabile di via del Volga

di Nicola Palma e Marianna Vazzana

L’ennesimo attacco proprio nella stessa sera in cui gli occupanti dell’ex liceo Omero hanno annunciato via Facebook l’intenzione di lasciare quegli spazi dopo quattro anni di permanenza. Due piccoli ordigni di fabbricazione artigianale lanciati da un’utilitaria in corsa e deflagrati davanti alle finestre del piano terra: vetri in frantumi e per fortuna nessun ferito tra coloro che si trovavano all’interno dell’edificio di via del Volga. Il terzo tempo di una brutta e inquietante partita che si è giocata nelle ultime settimane tra alcuni residenti della zona (meglio, delinquenti della zona) e un gruppo di persone ospitate dal collettivo Ri-Make. Il raid è andato in scena alle 23.30 di martedì: i primi ad arrivare sono stati i carabinieri del Radiomobile, seguiti dai colleghi della Compagnia Duomo e della Sezione investigazioni scientifiche.

Un agguato identico era avvenuto una settimana fa, con le stesse modalità; e qualche giorno prima c’era stata una rissa nella vicina via Fontanelli, con gente armata di mazze e coltelli. Una situazione esplosiva, che potrebbe essere disinnescata definitivamente nelle prossime ore. Sì, perché l’addio di Ri-Make arriva alla vigilia della messa in sicurezza dello stabile, che verrà buttato giù e ricostruito: a fine aprile, il Comune ha aggiudicato l’appalto da 1,9 milioni di euro per bonifica e demolizione; il cantiere dovrebbe partire nella seconda metà di settembre. "L’ex liceo Omero – hanno spiegato gli attivisti sui social – è stato un luogo attraversato anche da soggetti per diversi motivi marginalizzati, come avviene in tutte le periferie della metropoli. Abbiamo cercato di affrontare queste contraddizioni senza atteggiamenti repressivi o di semplice chiusura. Alcuni, pochi, soggetti che abitavano lo spazio sono entrati in scontro con la criminalità del quartiere e questo ha portato a rendere Ri-Make obiettivo di diversi attentati, per fortuna senza danni a persone". E se si parla di "criminalità di quartiere" a Bruzzano, il pensiero corre subito ai casermoni del Quadrilatero dei Fiumi e ad alcune famiglie che li abitano, legate, secondo diverse indagini, più o meno direttamente ai clan di ’ndrangheta. Un pensiero ben presente anche nel post pubblicato ieri pomeriggio dall’assessore alla Sicurezza Marco Granelli: "A Milano e a Bruzzano, lo Stato e le istituzioni ci sono, e ci sono anche tanti cittadini associati che lavorano ogni giorno per il bene comune. Purtroppo ci sono alcuni che usano altri metodi: la violenza. Vogliono far sapere che ci sono, che controllano il territorio".

E ancora: "Lo ha detto anche la coordinatrice della Dda di Milano qualche giorno fa: in alcuni quartieri la ’ndrangheta vuole controllare il territorio, far vedere che c’è e comanda. Noi non lo permetteremo, perché per noi la legalità è importante, perché, pur nelle difficoltà, le istituzioni rispondono ai bisogni dei cittadini e cercano di farlo coinvolgendo e valorizzando le forme di volontariato e associazionismo fondamentali per fare coesione sociale. Lo dico chiaro e forte: per chi usa violenza, sopraffazione, per la ’ndrangheta, a Milano e a Bruzzano non c’è spazio".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro