Agente immobiliare arrestato per stupro, i messaggi all’amica: "Comprami il Minias"

I carabinieri analizzano le chat di Omar Confalonieri. I tentativi della compagna di contattarlo la mattina dopo il raid

L'agente arrestato

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Milano, 10 novembre 2021 - I messaggi insistenti inviati all’amica per mandarla in farmacia ad acquistare benzodiazepine. E quelli ricevuti dai parenti tra la sera e la notte del 2 ottobre per convincerlo a tornare a casa. C’è anche questo negli atti dell’indagine che ha portato in carcere l’agente immobiliare Omar Confalonieri, arrestato venerdì dai carabinieri con l’accusa di aver narcotizzato e sequestrato per sei ore due coniugi appena conosciuti e di aver violentato la donna della coppia. Particolari che in un caso dimostrano, secondo il gip Stefania Pepe, che il quarantottenne "ha progettato e organizzato" il raid sessuale "sin dalle prime ore della giornata, avendo evidentemente maturato in sé tale proposito criminoso"; e nell’altro raccontano di un uomo schiavo della cocaina, incapace di disintossicarsi nonostante una famiglia che non ha mai smesso di stargli accanto (questo gli scrive più volte una parente in chat) e un bambino di pochi mesi da accudire. È la mattina del 2 ottobre, lo stesso giorno in cui l’uomo ha poi drogato Aldo e Francesca (nomi di fantasia), rispettivamente di 43 e 38 anni. Alle 8.46, Confalonieri inizia a pressare un’amica: "Minias in gocce... ci vorrebbe la prescrizione, ma a me le danno sempre, basta dire che lo prendi abitualmente... costano circa 11 euro... grazie scusami", la raffica di sms in sessantuno secondi. Alle 11.27, la donna lo aggiorna: "Omar, è pieno di gente: ho 11 persone davanti, non posso fermarmi così tanto, scusa ma devo lavorare...". Negli stessi minuti, l’agente immobiliare si sta messaggiando pure con Aldo: "Ciao, verso che ora siete di rientro?", il testo scritto alle 11, seguito 48 minuti dopo da un sms con la posizione geografica corrispondente alla sua abitazione. Sì, perché la coppia sta per passare in macchina sotto casa sua per andare insieme in un bar a parlare delle agevolazioni fiscali legate all’acquisto di un box. Marito e moglie si accorgono subito che qualcosa non va: l’uomo "appariva strano, sudato, alterato, con i vestiti fuori posto e la camicia aperta sul torace", riferiranno agli investigatori della Compagnia di Corsico e del Nucleo investigativo di via Moscova. Forse l’agente immobiliare è agitato perché non è ancora riuscito a procurarsi le benzodiazepine. E infatti chiede ad Aldo di fare una deviazione e di accompagnarlo in farmacia perché deve "comprare delle medicine per il mal di schiena". Lì prende il flacone da 20 millilimitri di Lormetazepam e due siringhe, peraltro rischiando di farsi scoprire dal quarantatreenne in coda a tre metri di distanza (per comprare le vitamine alla figlia) e addirittura facendo pagare a lui il conto. Poi l’arrivo nel locale. I quindici minuti in bagno. Gli Spritz "drogati" e portati al tavolo prendendoli direttamente dal bancone (e scatenando l’ira del barista che stava ancora riempiendo i bicchieri). La coppia insospettita dalle stranezze e decisa ad andare via il prima possibile, senza neppure affrontare l’argomento garage. Infine l’epilogo drammatico nell’appartamento di Aldo e Francesca: lui messo a letto da Confalonieri tra svenimenti e conati di vomito; lei rivestita con gli indumenti beige e neri che il quarantottenne si è portato in un sacchetto e abusata per sei ore, con la bambina che gattona sul pavimento senza controllo. Alle 19, l’agente immobiliare si fa riaccompagnare in auto dalla donna, che è talmente stordita da tamponare la macchina parcheggiata davanti. E poi cosa fa Confalonieri? Stacca il telefono, rendendosi irreperibile fino al mattino successivo. Riemerge solo alle 8.03 del 3 ottobre, rispondendo così alla compagna: "Sto bene, tra poco ti chiamo". Dal numero di telefonate a vuoto dei familiari e dall’insistenza con la quale la convivente gli chiede delle sue condizioni, è evidente la preoccupazione per lo stato di salute dell’uomo, che è dipendente dalla cocaina e ha contatti telefonici frequenti con due spacciatori (di cui uno finito nel 2018 nel mirino della Dda). Nei giorni successivi, il quarantottenne promette che smetterà per potersi dedicare finalmente a suo figlio. L’8 ottobre scatta la perquisizione dei militari. E tutto crolla.

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