Milano, 563 euro per una stanza in affitto: un salasso per gli studenti fuori sede

Anche quest'anno il capoluogo lombardo ha il primato della "città universitaria più cara d'Italia". E i prezzi aumentano del 7 per cento quando nel resto del Paese calano

Bacheca degli affitti per studenti

Bacheca degli affitti per studenti

Milano, 19 agosto 2018 - «Cara Milano, quanto mi costi». È il ritornello degli universitari che sul tema hanno aperto anche un sondaggio (quantomicosti.com) per avere una prima mappatura degli studenti fuori sede con le spese che si trovano ad affrontare. Sono già state raccolte oltre 1.500 risposte, a settembre ci sarà la relazione accompagnata da proposte concrete. Nell’attesa, la città universitaria più cara d’Italia conferma il suo primato. A decretarlo sono i dati di “Solo Affitti”, rete immobiliare specializzata nelle locazioni: Milano ha le singole più care d’Italia, seguita da Roma e Napoli. Non solo. Si stima che quest’anno gli universitari fuorisede pagheranno per un posto letto in camera singola il 7 per cento in più rispetto allo scorso anno. Costo medio: 563 euro al mese. In controtendenza alcune cittadelle universitarie, fra cui la vicina Pavia, dove il costo medio per la singola scende del 13% e il prezzo medio si attesta sui 225 euro al mese. Canoni in diminuzione anche a Roma (-5%, 378 euro mensili), Torino (-5%, 287 euro) e Firenze (-4%, 319 euro).

Tornando a Milano, aumentano anche le spese per la doppia di ben due cifre, il 13% in più rispetto allo scorso anno. Fra i criteri di scelta dell’alloggio, i fuorisede puntano prima di tutto sulla vicinanza alla facoltà (79,2%). Al secondo posto, fra le richieste, con il 64,2% delle indicazioni (in aumento del 2% rispetto all’anno scorso) la necessità di una stanza singola. Fondamentale la vicinanza ai mezzi pubblici (62,5% delle risposte). «Rispetto alla precedente rilevazione – spiegano ancora da Solo Affitti – è sempre meno prioritario un arredamento moderno e curato dell’appartamento (31,3%), specie se si possono spuntare canoni più bassi facendo di necessità virtù. Gli universitari gradiscono la presenza di una lavatrice/lavastoviglie (25% delle risposte) e del Wi-fi (22,9%), mentre non sono considerati indispensabili l’aria condizionata (2,1%) e coinquilini dello stesso sesso».

«Rileviamo un utilizzo crescente dei “contratti d’affitto per studenti universitari fuori sede”, che trovano applicazione nel 65% dei casi, l’11% in più dell’anno scorso – spiega Isabella Tulipano, responsabile ufficio studi di Solo Affitti –. Il successo di questa tipologia contrattuale è dovuto a un regime fiscale vantaggioso per i proprietari, che pagano una cedolare secca del 10% (invece del 21%) e un’aliquota Imu ridotta del 25%. Circa il 14% dei padroni di casa opta per il contratto a canone libero (4+4) e oltre il 7% per il canone concordato». 

«Ogni anno Milano vince il controverso premio di “città più cara d’Italia” – hanno sottolineato Andrea Limonta del Politecnico, Tommaso Scafidi della Bicocca e Francesco Melis della Statale, lanciando il sondaggio –. Abbiamo otto atenei, 200mila studenti, 65mila fuori sede: tanti studenti orientano la propria carriera universitaria verso Milano, ma si trovano a virare altrove per i costi proibitivi. Servono politiche diverse». A settembre scatteranno un’istantanea della situazione e busseranno a Comune e Regione: «È un tema che non si può più rinviare».Organizzeranno insieme ai consiglieri comunali un’altra tappa delle occasioni mancate. «Andremo in almeno due luoghi significativi di Milano – anticipa Aldo Ugliano, consigliere comunale del Pd e fra i promotori del tour –, luoghi che indicano un cattivo utilizzo del denaro pubblico e che potrebbero essere destinati agli studenti».

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