Accoltellamento a Rogoredo: "Aggrediti perché volevamo i soldi che ci spettano"

Gravissimo operaio ventenne aggredito da tre persone poi fuggite. Il cugino: ci devono 3mila euro per un lavoro edile

I rilievi della Scientifica

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"Hanno accoltellato mio cugino. Ho provato ad aiutarlo ma è successo tutto in pochi secondi. Erano in tre, furiosi, con i coltelli. Io e un altro collega eravamo gli altri due bersagli e siamo riusciti a scappare. Ci siamo salvati per un soffio". Gli aggressori sono poi fuggiti su un’auto, presumibilmente con altre due persone a bordo. Nadir, egiziano di 24 anni, è un operaio piastrellista, cugino del ragazzo di 20 anni, pure lui egiziano, ferito all’addome con un fendente ieri poco dopo le 11.30 in via Russolo a Rogoredo, nella porzione di quartiere più nuova, con uffici, ristoranti e cantieri in corso. Accompagnato in ambulanza in condizioni critiche al San Raffaele, e in arresto cardiaco durante il trasporto, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Ieri sera le sue condizioni erano gravi ma stabili. Intanto, la polizia è a caccia degli aggressori con il supporto dei carabinieri.

La scena in stile “Kill Bill“ è avvenuta in pieno giorno, nell’area pedonale in cui si concentrano ristoranti e bar: i piastrellisti erano impegnati nel cantiere di un futuro ristorante quando sono stati sorpresi dai tre: "Li conosciamo, sono nostri connazionali. Volevano ucciderci perché da giorni chiediamo i soldi che ci spettano per un lavoro in un altro cantiere: 3mila euro", continua Nadir. All’origine ci sarebbe quindi un debito che, stando al racconto dei diretti interessati (il cugino del ferito più un altro collega) sarebbe stato contratto da una ditta per la quale la squadra di operai aveva lavorato in precedenza, sempre a Rogoredo. Tra i primi a soccorrere il ventenne, la dipendente di un locale inaugurato ieri: "Ho visto un ragazzo che si accasciava, coperto di sangue. Ho urlato, richiamando l’attenzione di altre persone che hanno allertato i soccorsi. Sono sconvolta: aveva lo stomaco squarciato". "All’inizio – continua un’altra testimone – pensavamo fosse uno scherzo di ragazzini. Poi abbiamo chiamato il 112". Intervenuti il 118, l’Upg, Ufficio prevenzione generale, con tre Volanti, la Polizia Scientifica e la Squadra Mobile che ora si sta occupando delle idagini.

Nadir si tasta la fronte insanguinata: "Non sono ferito, sono solo sporco". Perché ha provato a soccorrere il cugino. A terra, oltre il nastro di plastica della polizia, restano stracci intrisi di sangue e scie rosse. Segni dei disperati tentativi di provare a tamponare la ferita prima della corsa in ospedale.

 

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