Il creativo della Lego costruttore di sogni: 30 opere in mostra a Palazzo Pirelli

Riccardo Zangelmi, 35 anni, è lo scultore ufficiale della Lego, il primo e unico Lego Certified Professional in Italia

Riccardo Zangelmi con una delle sue creazioni

Riccardo Zangelmi con una delle sue creazioni

Milano, 26 luglio 2018 - A chi non piacerebbe trasformare un gioco dell’infanzia, una passione, in un lavoro? A Riccardo Zangelmi, 35 anni, perito agrario di Reggio Emilia, è riuscito. E ora se la ride, felice come un bambino che ha conquistato il suo gioco preferito, in mezzo a quei milioni di mattoncini Lego con i quali costruisce le sue «opere d’arte». Lui che è lo scultore ufficiale della Lego, il primo e unico Lego Certified Professional in Italia. In tutto il mondo sono solo 16 i creativi che lavorano come artisti per l’azienda danese. Le sue 30 opere sono in esposizione nello Spazio eventi di Palazzo Pirelli, nella sua prima mostra personale dal titolo Potere ai Piccoli promossa dal Consiglio regionale della Lombardia e Lego Italia (ingresso libero, aperta fino al 20 settembre). Più di 600mila mattoncini danno corpo ad un sogno.

Come mai questo titolo?

«Perché siamo sempre troppo, molto, adulti. Dobbiamo invece recuperare quel “fanciullino” che è in noi, continuare a stupirci, ad emozionarci. I bambini in questo sono fenomenali. Voglio riportare gli adulti ad una dimensione più emotiva, all’infanzia».

Lei, però, non ha figli. Come riesce ad intercettare i gusti dei giovanissimi più abituati a giocare con smartphone?

«Vero, e non sono nemmeno sposato... ma ho i miei nipoti che “uso come cavie”. Sono sempre coinvolti nel mio lavoro, spesso mi chiedono di potermi aiutare. Ogni tanto mi sparisce qualche pezzo e capisco che c’è il loro zampino! Quando creo un’opera, che sia un animale o una mano gigante, chiedo sempre il loro parere. Se ne restano estasiati vado avanti, altrimenti cambio progetto».

E quel ciuccio gigante che dà benvenuto ai visitatori con 250 tettarelle intorno?

«Un inno alla nascita in un Paese come il nostro, che soffre di forte denatalità».

Come è nata la passione?

«Sin da piccolo sognavo di diventare ingegnere dei Lego. Costruivo, sognano, immaginavo sempre nuove avventure. Ma prima di riuscire a sostenermi economicamente con questo lavoro - ho aperto l’azienda BrickVision che progetta e realizza modelli, mosaici, sculture in mattoncini Lego personalizzate per aziende e privati - ho fatto anche il giardiniere. E ho lavorato in un’azienda di servizi. Non ho mai smesso di sognare. E sa che le dico? Meno male! Certe volte ci facciamo prendere dalla paura mentre se si ha una forte passione si deve accettare una dose di rischio».

Chi le ha regalato la prima scatola di Lego?

«Mia madre. Che faremmo senza le mamme! Mi ha sempre sostenuto in tutti questi anni in quella che sembrava una folle passione».

Quali sono le opere in mostra a Milano a cui è più legato?

«Per dimensioni Fly, un invito al coraggio, a intraprendere il volo verso i propri sogni. Esposto alla Biennale del Mosaico 2017 nel Museo d’Arte a Ravenna. L’ho realizzato con 105.000 mattoncini. Poi c’è Hope, la speranza, la più preziosa tra le aspirazioni, innata in ogni bambino. E Chiedilo alle stelle che raffigura un universo di sogni nel quale immergersi e cercare il più importante. Racconta la mia storia di fanciullo perso fra i Lego, con la voglia di trovare una strada. Ai bambini piace Goat different, una capretta libera a pois che esce dagli schemi e vive di colori inseguendo i propri sogni».

Come progetta le opere?

«Per quelle di grandi dimensioni uso il disegno Cad. Per ragioni di sicurezza perché l’interno ha strutture in acciaio. Lavoro su commissione. Per gli aeroporti di Roma e Fiumicino ho realizzato un Albero di Natale. Mi piacerebbe fare qualcosa per Milano: un albero dei colori, da creare in occasione della Giornata delle terra».

Un altro desiderio?

«Poter esporre le mie opere in musei d’arte contemporanea. Con Magic Bunny, realizzata con il designer Stefano Giovannoni , siamo stati ospitati alla Triennale Design Museum».

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