ANDREA SPINELLI
Cosa Fare

Il Volo agli Arcimboldi, sei spettacoli in otto giorni per la prima volta a teatro. "Uno show molto più intimo"

Fino al 9 settembre in “Tutti per uno” i tre tenori si raccontano. "Da bambini prodigio a interpreti adulti, consolidiamo la nostra evoluzione. Curiosi di conoscere la reazione del pubblico in una cornice diversa"

Il Volo

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Fila 43, posto 8. L’ultima poltrona rimasta per lo show con cui Il Volo inizia questa sera la sua permanenza agli Arcimboldi s’è volatilizzata ieri mattina attorno all’ora di pranzo. E non avrebbe potuto essere altrimenti data la richiesta che, raddoppiando i tre concerti previsti inizialmente, ha trasformato questo debutto teatrale di Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble in una specie di “residency”. Sei show in otto giorni che li vedono impegnati alla Bicocca fino a sabato prossimo con una versione riveduta e corretta di quel “Tutti per uno” portato nelle case degli italiani la scorsa primavera dall’Arena di Verona vincendo, “ça va sans dire”, la sfida degli ascolti.

Come cambia lo show nel passaggio dalla tv al teatro?

Barone: "Il prossimo anno festeggiamo quindici anni di carriera, così abbiamo preferito non andarcene in tour e riproporre lo show di Verona, anche se in chiave un po’ più intima, su un unico palcoscenico. Quello degli Arcimboldi".

Contenuti?

Ginoble: "Abbiamo costruito il repertorio dello spettacolo con l’idea di consolidare la nostra evoluzione musicale: tre bambini prodigio, divenuti tre interpreti di carattere, ognuno con la sua personalità. Ecco perché l’innovazione di ‘Tutti per uno’ è proprio quella di delineare bene le caratteristiche di ciascuno, oltre a quella di gruppo che già tutti conoscono".

Perché Milano?

Boschetto: "Perché quello degli Arcimboldi è uno dei teatri moderni più significativi che abbiamo in Italia e perché portare uno spettacolo da arena in una cornice così, finisce per farlo risuonare necessariamente con una intimità diversa".

Barone: "E poi nelle due puntate tv abbiamo cantato 60 brani, mentre in teatro ne eseguiamo la metà: il meglio di".

A dicembre avevate cantato al Forum.

Ginoble: "Si, ma, non essendoci mai esibiti nei teatri italiani, siamo curiosi di vedere la reazione del pubblico in una cornice così diversa. Come accaduto in tv, per dare sfogo alle nostre personalità non mancheranno dei momenti solisti. Cinque a testa. Piero canterà le sue arie d’opera, io omaggerò Elvis e Ignazio le grandi voci femminili del pop. E, a proposito di Elvis, lo spettacolo inizia con la straussiana ‘Così parlò Zarathustra’ usata pure da lui nei suoi show a Las Vegas. Un’idea di Ignazio".

A proposito di reazioni del pubblico, la più imprevedibile dov’è stata?

Barone: "Una volta, a Vera Cruz, in Messico, abbiamo cantato in un anfiteatro con un piccolo lago tra palco e pubblico. Alla fine del concerto la gente è scesa in acqua per venire ad abbracciarci".

Ginoble: "Una ragazzata. Perché lì abbiamo un pubblico anagraficamente più giovane che in Italia. Qui di hit abbiamo, infatti, la sola ‘Grande amore’, mentre lì ne abbiamo cinque o sei. Questo ci ha permesso di crescere assieme ai nostri fan".

Domani canterete prima all’Autodromo di Monza e poi agli Arcimboldi.

Barone: "Quando ti chiedono di cantare l’Inno di Mameli prima del Gran Premio d’Italia come fai a dire di no? In questi anni, oltre che a Monza, l’abbiamo fatto pure ad Imola, al Mugello, ed è sempre stata un’emozione incredibile".