
Valentina Francapi, assessore alle Politiche sociali di Melzo, Comune capofila
Melzo (Milano), 11 giugno 2020 - Ben 82 richieste d’aiuto nei mesi degli sportelli chiusi ai numeri di telefono dedicati, 35 progetti attivati, ben 6 procedure di messa in protezione in struttura. Arrivano i dati dell’attività antiviolenza della Rete Viola dei mesi grigi del lockdown. Quando decine e decine di donne si sono ritrovate "chiuse in casa" con il loro aguzzino: "Non slogan, non forzature: per molte, è stata una triste realtà".
Riparte la prossima settimana, in presenza e con i normali orari di apertura al pubblico, l’attività degli sportelli antiviolenza della Rete, attivi a Melzo, Cassano e Cernusco, gestiti dal personale della Fondazione Somaschi e ormai da due anni solido punto di riferimento per le donne di un ampio bacino. I numeri riguardano gli accessi da gennaio alla fine di maggio, e includono l’intero periodo del lockdown. Ben 82 il numero totale delle donne che si sono rivolte ai servizi telefonici per richieste d’aiuto.
Sono 31 le donne "agganciate" per ulteriore colloquio, telefonico o con modalità a distanza. 35 il numero complessivo dei progetti personalizzati attivati dallo staff della Rete. Sei le attivazioni di messa in protezione in struttura. In questi casi, per tutte le donne interessate, è stata attivata, come da protocolli di emergenza, la quarantena obbligatoria.
I dati numerici diffusi dalla Fondazione Somaschi si prestano a ulteriore analisi. Febbraio, seguito da maggio, il mese più critico. Rispetto allo stesso periodo del 2019 un aumento numerico: l’anno passato i contatti erano stati 78. La maggior parte delle donne è stata indirizzata al servizio dalle forze dell’ordine, dai servizi sociali o da parenti. I distretti 4 e 5 dunque del cernuschese e del melzese quelli da cui sono arrivate la maggior parte delle richieste. Mariti, conviventi e fidanzati perlopiù gli autori delle violenze, sia psicologiche che fisiche. La maggior parte delle donne che ha chiesto supporto è di nazionalità italiana: "Non perché, va forse sottolineato - così Valentina Francapi, assessore alle Politiche sociali di Melzo, comune capofila della Rete - vi sia un reale squilibrio, ma perché le donne straniere, per fattore culturale e linguistico, hanno maggiore difficoltà ad accedere al servizio".
La rete d’aiuto, anche con solo contatto telefonico, si è rivelata fondamentale. "Sempre più diventa un punto di riferimento". Il lockdown causa Covid un momento critico? "Assolutamente sì. Problemi economici, tensione, perdita del lavoro, sono stati un forte detonatore. Molti dei maltrattanti poi hanno implementato l’uso di sostanze e alcol". L’accesso è stato garantito dai numeri 393-1667083 e 1522 e dalla mail centroantiviolenza@fondazionesomaschi.it. Da lunedì si riapre: lunedì, a Melzo 13-18, Cassano il martedì 14-19 e mercoledi Cassano 9-15, giovedì Melzo 14-18, venerdì Cernusco, dalle 14 alle 19.