Gorgonzola, la retrocessione della Giana: "Così fa male. Ma ci rialzeremo"

Rabbia e orgoglio tra i tifosi dopo la sconfitta ai playout contro l’Olbia e la caduta in serie D. Ora la speranza è il ripescaggio

La delusione dei giocatori della Giana

La delusione dei giocatori della Giana

Gorgonzola (Milano), 2 luglio 2020 - Rabbia, orgoglio, speranza. Il risveglio della Gorgonzola pallonara è un ribollire di emozioni, dopo la retrocessione in serie D della Giana. Sei anni di professionismo e di magia andati in fumo. Il girone d’andata chiuso all’ultimo posto. Nel ritorno miglior squadra per rendimento e 4 vittorie consecutive prima dello stop del campionato. Poi la decisione federale di cristallizzare la classifica, portata a termine mediante un algoritmo: Giana agli spareggi, Giana retrocessa dopo aver perso l’andata ad Olbia per un’autorete. E dopo aver pareggiato il ritorno, subendo gol nel recupero seppur in 11 contro 9. Ora non resta che la speranza nel ripescaggio. Così il sindaco Angelo Stucchi, presente al comunale anche nella serata più amara: "Per diventare grandi a volte è necessario cadere e accettare le nostre fragilità. Ora facciamo vedere chi siamo: una nuova sfida, una città da rendere orgogliosa. Grazie al presidente Oreste Bamonte, sempre il primo a rialzarsi e a crederci".

Sguardi bassi e lacrime per i tifosi radunatisi fuori dallo stadio a sostenere la squadra. Ivan Ferrari, cresciuto a pane e Giana, si esprime con passione: "Il campo ha detto che siamo retrocessi in D, io credo invece che meritassimo la salvezza. Spero che il presidente non molli e riparta, se possibile con il ripescaggio. Spero che tutto l’ambiente si compatti e che la Giana continui a essere la bella favola degli ultimi anni, una realtà capace di battere anche piazze blasonate". Andrea Bia, altro tifoso doc, parla chiaro: "Il campionato sarebbe dovuto riprendere come in serie A e B. Mancavano 12 giornate e la rosa, dopo il mercato di gennaio, era di valore. Ma ai playout è stato fatto troppo poco contro un avversario più scarso. Tutti parlavano di partita della vita, così non è stato".

In linea Luigi De Fanti: "Alla prima espulsione dell’Olbia ho avuto un brutto presentimento. La squadra alla fine era in lacrime, ma ha avuto occasioni clamorose per chiudere la gara: inutile piangere, giusto retrocedere. Anche se ad onor del vero quell’algoritmo è una barzelletta: in campionato avevamo una partita in meno rispetto alle nostre rivali. Sei anni di serie C, per Gorgonzola, sono stati un orgoglio. Ripescaggio? Vediamo come prenderà questa sconfitta il presidente". Mario “Mariet” Ferrari, centravanti della Giana negli anni ’70, entra nel merito: "Quando in campo pensi di essere più forte finisci spesso per terra. Non ho visto il profilo basso che serve, inaccettabile farsi rimontare così dall’Olbia. Ci sono stati poi troppi errori a inizio stagione negli ultimi anni: a gennaio rivoluzioni e tanti giocatori nuovi, ma perché non prenderli prima?". Infine Giuseppe Di Chiara: "Nelle ultime stagioni siamo andati male. Al presidente, però, non si può chiedere di più: meriterebbe un monumento per quanto ha fatto, quasi da solo, per la Giana. Spero venga chiesto il ripescaggio, sono convinto che ce la faremmo: tanti club hanno debiti, mentre la nostra è una società modello". Gorgonzola e la Giana al tappeto dunque. Ma con la consapevolezza di un viaggio nel professionismo che ha riempito d’orgoglio la città. E con la speranza, magari attraverso una domanda di ripescaggio, di rialzarsi subito.