Avis di Cernusco, boom di donazioni

Dopo la campagna sui sacchetti del pane

La campagna dell'Avis Cernusco

La campagna dell'Avis Cernusco

Cenusco sul Naviglio (Milano), 14 agosto 2019 - L'intuizione geniale di lanciare l'Sos donazioni sul sacchetto del pane ha fatto centro.  Inpoche settimane un esercito di under 25 ha risposto all’appello di Avis Cernusco mettendosi a disposizione di migliaia di pazienti in attesa di sangue. E ora l’esperimento verrà esteso a Segrate e Vimodrone. Il patto fra il sodalizio e Comuni per fare proseliti è stato stretto la scorsa primavera.

«L’obiettivo – spiega il presidente Carlo Assi, regista dell’operazione – era arruolare nuove indispensabili leve». Il gruppo si è spremuto le meningi fino a unire l’acquisto quotidiano per eccellenza «all’altruismo, che è la nostra essenza». Semplice ed efficace. Un accordo con cinque esercizi sul Naviglio ha portato sui banconi i sacchetti sponsorizzati con una una goccia rossa che invita a mettersi in gioco. E da lì in moltissime case. Il messaggio non è passato inosservato. Inizio di un’operazione che promette di diventare una campagna stabile, per aumentare la platea di volontari da ripetersi a cadenza regolare. Alla fine con gli altri due centri i sacchetti distribuiti saranno 30mila. «Un pubblico potenziale che ci ha dato risultati immediati: nella fascia dei giovanissimi, 18-25, gli «angeli« sono cresciuti del 36%». A settembre, sempre a loro sarà dedicata un’altra iniziativa mirata: «Un tamtam sui social con i ragazzi che ci mettono la faccia».

I donatori in città sono 1.348, le donazioni quasi due2mila, lo scopo «crescere nella fascia sotto i 45 anni – spiega Assi -. Abbiamo già cominciato utilizzando i social tagliando la burocrazia: per iscriversi bastano 2 minuti». Il resto è stato affidato a Instagram, Twitter e Facebook. Con uno scopo: «Diffondere la cultura della solidarietà che è il sale della vita e la nostra missione», aggiunge il presidente, anche che è consigliere Avis nazionale. Studi, analisi, conoscenza dei bisogni, della routine, dell’emergenza non bastano a spiegare un impegno a 360 gradi «per chi ha bisogno di noi». Questo il senso del gruppo che pur di centrare il traguardo non ha disdegnato la svolta high-tech. «Per parlare ai giovani bisogna usare il loro linguaggio, non abbiamo fatto altro che adeguarci ai tempi. E abbiamo avuto ragione, superando tutte le previsioni».