Cassina, insulti al parroco in diretta web: "Il prete? Non lavora mai"

Polemica stile Don Camillo e Peppone. Per errore durante la giunta parte la ripresa di uno sfogo

Il sindaco Massimo Mandelli

Il sindaco Massimo Mandelli

Cassina de' Pecchi (Milano), 17 marzo 2018 - Galeotto fu lo smartphone, parte per sbaglio una diretta Facebook dai tavoli della giunta: "Il parroco? Non ha voglia di lavorare". C’è chi giura (ma lui nega), che al sindaco Massimo Mandelli scappi pure l’epiteto "fannullone". Il video è sparito. Ma il patatrac guareschiano in riva al Naviglio è servito. Il parroco don Massimo Donghi ha risposto per videomessaggio. In paese non si parla d’altro. Quanto al sindaco “rosso” taglia corto: "Mai usato la parola ‘fannullone’, lo dimostrerò. Forse a qualcuno conviene dividere la comunità: non certo a me, e nemmeno al don. Il paese ha ben altri problemi".

Il fattaccio si consuma l’altra sera, in Municipio. La riunione di giunta è finita e sindaco e assessori si scambiano le ultime comunicazioni. C’è una querelle fresca fra Comune e parrocchia sull’organizzazione dei cortei funebri. Le parole incriminate salterebbero fuori qui. E proprio qui, forse maneggiando il telefonino poggiato sul tavolo, un assessore attiva involontariamente una diretta sul suo profilo Facebook. Pochi istanti, ed è lo sconquasso. Qualcuno chiama, il parroco chiude il telefono al sindaco e poi irrompe su Facebook, mentre il video, a velocità supersonica, scompare: "L’assessore può ripostarlo? Mi interessa".

Il giorno dopo, mentre la polemica ormai imperversa, don Massimo posta un videomessaggio in tonaca e colletto, in cui, mentre proferisce parole concilianti ("Sono sereno e tranquillo, e non voglio querelare nessuno") non rinuncia a infierire: "Certo sono infastidito. Sentir dire al tuo sindaco: ‘Qui lo dico e qui lo nego: il parroco è un fannullone...’". E ad affondare: "Hanno gli amici youtubers (allusione alla recente collaborazione del Comune con il duo theShow per ‘Social House’), imparino a usarle le nuove tecnologie". Qualcuno insinua il fuoco amico, ma a dissipare i dubbi basta il mea culpa dell’assessore dinamitardo involontario: "Un disdicevole incidente, ancora adesso non ho capito come ho fatto". Il messaggio ultimo del sindaco arriva via social, e ha toni concilianti. "Caro don Massimo, come te vorrei tanto rivedere quel video, qualcuno ce lo metta a disposizione. Una cosa è certa: la frase che tu riporti non mi appartiene. Dici che siamo diametralmente opposti. Se parliamo di fede, hai ragione. Ma abbiamo entrambi un ruolo, e ci unisce l’impegno nei confronti della comunità".