Cassano, caso Pignone: dopo 6 anni assolti i quattro imputati

Diverse le motivazioni che hanno portato alla decisione del tribunale di Lodi: fra i capi di accusa c’erano reati presunti come l’estorsione e l’abuso d’ufficio

Il chiosco bar Ananasso finito al centro di una vicenda giudiziaria durata sei anni

Il chiosco bar Ananasso finito al centro di una vicenda giudiziaria durata sei anni

Cassano d'Adda (Milano), 22 novembre 2019 - Caso Pignone, tutti assolti anche se con motivazioni diverse. Assoluzione piena per non aver commesso il fatto per i due funzionari comunali Marco Galbusera e Luigi Villa mentre per il vicesindaco Vittorio Caglio il fatto non costituisce reato: è quanto è stato stabilito nell’udienza di ieri dal tribunale di Lodi. "Sono soddisfatto che a distanza di oltre 6 anni si sia conclusa una vicenda sulla quale ho sempre sostenuto che si sarebbe dimostrata la mia innocenza e di tutti i soggetti coinvolti". Ha commentato subito dopo la lettura delle sentenze il vicesindacio Vittorio Caglio; le motivazioni delle sentenze fra 90 giorni. Ci sono voluti più di sei anni, dunque, per chiudere la vicenda giudiziarie del Pignone che ha visto coinvolti per reati presunti che vanno dall’estorsione all’abuso d’ufficio quattro persone in seguito tutti assolti.

Tutta la vicenda giudiziaria era basata su chi era autorizzato a consentire la presenza del chiosco bar itinerante all’interno del progetto estivo di presidio al parco naturale del Pignone affidato alla Associazione Enjoy Tribe nell’estate del 2013. Il Comune aveva indirizzato la proprietaria dell’Ananasso all’associazione che gestiva quell’area per accordarsi su di una possibile collaborazione per la permaneza del chiosco in riva al fiume. Una decisione che aveva aperto querelle giudiziaria coinvolgendo quattro persone accusate di reati presunti: dal falso ideologico e concorso in estorsione per il vicesindaco Vittorio Caglio all’estrosione per Laurent Colombo presidente della Enjoy Tribe mentre si ipotizzava l’abuso d’ufficio per i due funzionari comunali e lo stesso Vittorio Caglio.

Nel gennaio scorso le prime sentenze di un processo diviso in due tronconi; assoluzione piena per l’accusa di estorsione per Caglio e Laurent Colombo, mentre si è poi dovuta attendere l’udienza di ieri per la decisione del giudice sugli altri capi d’accusa legati all’abuso d’ufficio. Dal dibattimento è prevalso che il Comune ha agito in conformità al regolamento comunale e alle normative vigenti in fatto di manifestazioni pubbliche. Forte il richiamo, inoltre, alla volontà da parte dell’Amministrazione di riqualificare quell’area in riva al fiume con quel progetto mirato a una fruizione maggiore in tutta sicurezza per famiglie e appasionati delle gite fuori porta. Sulla questione si registra anche l’intervento della polizia locale che al termine dell’estate del 2013 aveva fatto allontanare l’Ananasso con tanto di sanzione alla titolare. La sanzione è stato poi cancellata da una sentenza del giudice di pace al quale si era rivolta la titolare del chiosco e il Comune è stato condannato al pagamento dei danni causati per l’allontanamento obbligato.